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Turismo delle radici

Il 2024 sarà l’anno delle radici Italiane

Il turismo delle radici sta guadagnando sempre più popolarità come forma di viaggio che offre l’opportunità di esplorare le proprie origini, le tradizioni culturali e la storia familiare. 

Il 2024 è previsto come l’anno in cui il turismo delle radici raggiungerà il suo apice, tanto che il Ministero degli Esteri ha ufficialmente designato quest’anno come “anno delle radici italiane”. 

Le persone si sentono sempre più motivate a fare ritorno al luogo in cui sono nate o da cui provengono le loro famiglie, spinte dal desiderio di riconnettersi con le proprie radici e rivivere le esperienze legate alla loro infanzia o alle loro origini culturali. 

In Italia, in particolare, il turismo delle radici è particolarmente significativo, grazie alla ricchezza del patrimonio storico, culturale e familiare del paese. 

Questo articolo esplorerà cos’è il turismo delle radici, il concetto di turismo di ritorno, le tipologie di domanda ad esse associate e l’importanza che il turismo delle radici riveste in Italia.

Che cos’è il turismo delle radici ?

Il turismo delle radici è un’esperienza di viaggio che coinvolge persone desiderose di esplorare le proprie origini, le tradizioni culturali e la storia familiare. Si tratta di un viaggio alla scoperta delle proprie radici attraverso la visita dei luoghi di provenienza, la ricerca delle proprie origini familiari e l’esplorazione di luoghi significativi per la propria storia personale.

Questo tipo di turismo è noto con diverse denominazioni, come turismo delle origini, turismo di ritorno, turismo ancestrale o genealogico, turismo della diaspora, turismo della memoria, turismo nostalgico o sentimentale. Non esiste una definizione unica per questa forma di turismo, poiché può coinvolgere diverse motivazioni e interessi legati alle radici e all’identità personale.

I viaggiatori delle radici hanno caratteristiche uniche e possono essere considerati una tipologia particolare di viaggiatori, che si trovano a metà strada tra visitatori e residenti. Inoltre, il turismo delle radici stesso può essere considerato una forma ibrida tra il turismo domestico e il turismo internazionale.

Questo tipo di turismo si manifesta attraverso la visita delle terre d’origine da parte di migranti che tornano dopo una lunga assenza o dai loro discendenti. Il desiderio che muove il viaggio è esplorare e conoscere il luogo di provenienza della propria famiglia.

Questo viaggio e il soggiorno nella terra natale rappresentano un’esperienza emotivamente intensa. Per i migranti, offre l’opportunità di rivedere i propri cari e ritrovare i luoghi che hanno segnato le loro vite prima della partenza. Per i discendenti, diventa un modo per esplorare le proprie radici e scoprire i luoghi in cui i loro antenati hanno vissuto, soprattutto per coloro che hanno perso parzialmente o completamente il legame con la terra d’origine.

Che cos’è il turismo di ritorno e quali sono le tipologia di domanda?

Il turismo di ritorno si verifica quando le persone tornano al luogo in cui sono nate o al luogo di provenienza delle loro famiglie. Questa forma di turismo è spinta dal desiderio di riconnettersi con le proprie radici, rivivere esperienze legate all’infanzia o all’identità culturale.

Le tipologie di domanda nel turismo di ritorno possono variare: alcune persone possono essere interessate a visitare il luogo preciso in cui sono nate o cresciute, mentre altre possono desiderare di rintracciare parenti lontani, immergersi nella cultura locale o approfondire la storia familiare attraverso ricerche genealogiche.

Nel contesto del flusso migratorio del 2020, emergono due elementi significativi: la Calabria è tra le regioni italiane con il più alto numero di cittadini iscritti all’AIRE per espatrio, registrando un aumento del 13,6% rispetto all’anno precedente. Inoltre, la comunità italiana più numerosa all’estero è quella Argentina, con un totale di 869.000 individui (Fondazione Migrantes, 2020).

Questo sottolinea l’importanza dell’Argentina come paese di residenza attuale degli italiani, e della Calabria come regione da cui partono verso l’estero, non solo nel passato ma ancora oggi.

La ricerca delle proprie radici e dell’identità personale emerge come la principale motivazione dietro i viaggi nel turismo delle radici.

Tuttavia, ci sono numerosi altri fattori che contribuiscono a questa decisione, tutti legati alla ricerca dell’autenticità e alla connessione con la storia familiare. Attraverso la scoperta della cultura locale, la visita a luoghi di cui si è sempre sentito parlare e l’incontro con parenti, si cerca di approfondire la comprensione e trasmettere la preziosa eredità culturale alle generazioni future.

In questo modo, il turismo delle radici diventa un viaggio di scoperta, legato all’identità personale e al desiderio di mantenere vive le promesse fatte ai propri cari.

Il 2024 è l’anno del turismo delle radici 

Il 2024 si prospetta come l’anno in cui il turismo delle radici raggiungerà il suo apice, con un notevole aumento di persone desiderose di esplorare le proprie origini e ristabilire un legame con le radici attraverso viaggi di ritorno ai luoghi di provenienza delle loro famiglie.

Questo fenomeno è alimentato dalla crescente consapevolezza dell’importanza delle proprie radici culturali e dall’accessibilità sempre maggiore a risorse e strumenti che agevolano la ricerca e la connessione con le proprie origini.

Il 2024 sarà l’anno che segnerà l’apice del turismo delle radici, dopo che nel 2020 si è decretato l’anno del treno turistico.

Il progetto di rilancio coinvolge cinque ministeri, circa 600 comuni e diverse organizzazioni del settore. Saranno attivate numerose iniziative a livello comunale, che beneficeranno anche dei finanziamenti provenienti dal PNRR.

Il turismo delle radici in italia

Il turismo delle radici rappresenta un nuovo modello di turismo in Italia, che si rivela fondamentale per la fidelizzazione e la crescita dei mercati esteri.

Le autorità turistiche e le comunità locali dovranno attivamente promuovere questa forma di turismo, offrendo servizi dedicati, itinerari personalizzati e supporto nella ricerca genealogica.

Con oltre 80 milioni di italo-discendenti in tutto il mondo, c’è un pubblico specifico che desidera esplorare la storia familiare e le proprie origini. Tra le sfide da affrontare, vi è la necessità di digitalizzare i documenti delle famiglie per agevolare la ricerca da parte dei turisti. In questo contesto, il “passaporto delle radici italiane” potrebbe essere un incentivo per usufruire dei servizi che l’Italia metterà a disposizione.

Il turismo delle radici deve rappresentare non solo una forma di turismo sostenibile, ma anche un mezzo per la redistribuzione di risorse verso aree geografiche e comunità a rischio di marginalità economica.

Inoltre, promuove relazioni autentiche tra residenti e visitatori, creando un senso di appartenenza attraverso il concetto di “cittadini temporanei“.

Il turismo delle radici si concentra quindi anche sull’inclusione. Favorisce la destagionalizzazione del turismo, promuove le destinazioni minori e i borghi. Coloro che vengono a scoprire le proprie origini sono più propensi a acquistare prodotti tipici. Oltre a prolungare la durata del soggiorno e a diventare ambasciatori dei luoghi visitati una volta tornati a casa.

Nuovi orizzonti per i turismi contemporanei e i musei dell’emigrazione.

La vera sfida sarà quella di integrare il turismo di ritorno con altre forme turistiche, come il turismo enogastronomico, il turismo matrimoniale e il turismo culturale.

Inoltre un elemento essenziale per completare il quadro del turismo delle radici sono i musei dell’emigrazione. Queste istituzioni non solo conservano e trasmettono la storia delle migrazioni, ma rappresentano anche un esempio di come l’inclusività sia fondamentale attraverso l’accoglienza in tutte le sue forme.

I musei dell’emigrazione offrono un luogo in cui le storie delle persone che hanno lasciato le proprie terre d’origine possono essere raccontate e condivise. Promuovo una comprensione più profonda delle sfide, dei sacrifici e delle conquiste delle comunità migranti.

Attraverso il loro lavoro, questi musei contribuiscono a creare una maggiore consapevolezza e apprezzamento per la diversità culturale. I Musei possono essere il luogo dell’inclusione e dell’accoglienza nel contesto più ampio del turismo delle radici.

In conclusione, il turismo delle radici si presenta come un nuovo modello di turismo in grado di fidelizzare e ampliare i mercati esteri. Bisogna far presto e favorire questa opportunità di sviluppo sostenibile e di promozione delle comunità locali.

Buon rientro in Italia !

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