La rete internazionale CITTÀ SLOW
Parlare di viaggio lento vuol dire anche attraversare territori e interi comuni eletti “città slow”.
Rallentare per riscoprire l’artigianato, le piazze e i paesaggi inesplorati. Un viaggio da fare in tutte le stagioni, per godere – e imparare a rispettare – di quello che madre natura ci offre.
La rete città slow è ormai internazionale. Nata a Orvieto nel 1999, l’associazione lavora costantemente alla diffusione del modello delle città slow. I sindaci, spinti dal desiderio di partecipare, sono stimolati a fare del loro meglio per ottenere la prestigiosa certificazione che dimostra l’effettiva qualità delle città.
Un vero successo a 20 anni dalla nascita. La rete internazionale città slow international ha oltre 250 città.
Ogni giorno nei comuni si attivano progetti virtuosi che migliorano la vita degli abitanti e quella del pianeta. Un vero patto tra ambiente e abitanti che, consapevoli del patrimonio a disposizione, lo tutelano e lo conservano per le generazioni future.
I principi delle #cittaslow sono:
– lentezza positiva
– economia circolare
– resilienza
– giustizia sociale
– sostenibilità e cultura
Ogni comune può partecipare inviando la candidatura rispettando le 7 macro aree (politiche energetiche e ambientali, politiche infrastrutturali, politiche per la qualità urbana, politiche agricole, turistiche, artigianali, politiche per l’ospitalità, consapevolezza e formazione, coesione sociale e partenariati) e gli attuali 72 punti di qualità.
Chi entra nel programma ottiene diverse opportunità, dalla promozione di agricoltura, turismo, mercato e la pianificazione urbana alla possibilità di partecipare ai numerosi bandi Europei e nel mondo, che ne favoriscono l’internazionalizzazione.
Grande importanza viene data al sapere e alla conoscenza. La sezione “education” mira a trasmettere i saperi per formare i nuovi abitanti sull’importanza del loro ruolo nella comunità e mettendo in connessione le scuole del mondo.
Un progetto ambizioso da sostenere.
Se da una parte Slow Food ha dimostrato come la difesa dell’agroalimentare locale e delle tradizioni e i sapori locali sia fondamentale, Cittaslow dimostra come la progettazione del futuro slow possa essere possibile.
Promuovere nuovi modelli di abitare significa innovare e diffondere il modello del “buon vivere“. Proteggendo i territori, ma aprendosi al mondo.
Infondo, le comunità locali e i residenti di questi territori sono da sempre ospitali e mostrano con orgoglio le loro peculiarità.
Ecco l’elenco delle città slow in Italia (aggiornato a giugno 2020):
Abbiategrasso | Acqualagna | Acquapendente | Altomonte | Amalfi |Amelia | Anghiari| Asolo | Baiso | Barga | Borgo Val di Taro Bra | Brisighella | Caiazzo | Capalbio | Casalbeltrame | Castel Campagnano | Castelnovo nè Monti | Castelnuovo Berardenga | Castel San Pietro Terme | Castiglione Olona | Castiglione in Teverina | Cerreto Sannita | Chiavenna | Chiaverano | Cisternino | Città della Pieve | Città Sant’Angelo | Civitella in Val di Chiana | Controguerra | Cortona | Cutigliano – Comune di Abetone Cutigliano | Ficulle | Fontanellato | Follina | Francavilla al Mare | Galeata | Gioi | Giuliano Teatino | Gravina in Puglia | Greve in Chianti | Grumes – Comune di Altavalle | Guardiagrele | Levanto | Marradi | Massa Marittima | Monte Castello di Vibio | Montefalco | Morimondo | Mulazzo | Novellara | Orsara di Puglia | Orvieto | Parrano | Pellegrino Parmense | Penne | Pianella | Pollica | Positano | Pratovecchio – Stia | Preci | Ribera | Salorno | San Miniato | San Potito | Sannitico | Sant’Agata di Puglia | Santarcangelo di Romagna | San Vincenzo | Santa Sofia | Scandiano | Sperlonga | Stio | Suvereto | Teglio | Tirano | Todi | Tolfa | Torgiano | Trani | Travacò Siccomario | Trevi | Turbigo | Usseglio | Vigarano Mainarda | Zibello – Comune di Polesine Zibello