Il treno di Dante

Viaggio lento nell’Appennino Tosco Romagnolo

I paesaggi mozzafiato delle terre di Dante potranno essere attraversati a passo lento, salendo a bordo di un nuovo treno speciale: il treno di Dante. Da Ravenna a Firenze e viceversa è l’itinerario che, grazie alla ferrovia “la Faentina”, porta i viaggiatori alla scoperta di panorami e centri storici, ricchi di esperienze da fare.

Il treno è stato dedicato a Dante nell’anno in cui cade la ricorrenza dei 700 anni dalla sua morte. Da luglio fino ad ottobre collegherà la città dove è nato e quella che ne conserva le spoglie.

L’itinerario si svolge a bordo di un treno d’epoca, con tre carrozze Centoporte, composto anche da vagoni attrezzati per le biciclette. Il treno verrà inaugurato il 26 giugno e sarà fruibile al pubblico tutti i sabati e le domeniche dal 3 luglio al 10 ottobre, ad esclusione dei giorni 7, 8, 14 e 15 agosto.

I treni partiranno da Firenze S.M.N. alle ore 8:50, percorrendo l’itinerario via Vaglia, ed effettueranno le fermate intermedie nelle stazioni di Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella e Faenza, dove i viaggiatori potranno scendere per visitare i luoghi e i paesaggi che fanno parte del parco letterario “Le Terre di Dante“; giungerà poi nella stazione di Ravenna alle ore 12:20.

Il viaggio di ritorno partirà dalla città romagnola alle 17:55 per giungere nel capoluogo toscano alle 21:00. Maggiori info sul sito di Trenitalia  e il Treno di Dante.

Il riutilizzo del treno storico, e di tanti altri presenti in Italia, fa parte di un processo di valorizzazione cominciato in quello che doveva essere l’anno (2020) dei viaggi lenti, l’anno del turismo in treno.

Il recupero e la valorizzazione dei vecchi tracciati e dei vecchi vagoni a fini turistici è un progetto su cui il Mic sta lavorando insieme alla Fondazione  delle Ferrovie dello Stato. Nel piano del recovery fund infatti sono previste diverse risorse per il recupero dei tracciati. Treni d’epoca e paesaggi inesplorati sono il mix per un viaggio straordinario.

Dante sarà celebrato e ricordato, in Italia e all’estero, per tutto il 2021. Un personaggio amato da tutto il Paese. Simbolo della cultura e dei talenti dell’Italia. Nel periodo del Medioevo, in cui Borghesia e Chiesa versavano in crisi, è diventato il genio per Firenze che, seppur lontano (costretto ad abbandonarla), non l’ha mai dimenticato. Oggi è proprio Firenze la città che lo celebra, con una serie di eventi e istituendo il 25 marzo, il giorno in cui, secondo alcuni, Dante inizio il viaggio nell’aldilà, il Dantedì.

L’itinerario del treno di Dante

Nell’Appennino tra Toscana e Romagna, il treno attraversa il parco letterario delle terre di Dante, percorrendo alcuni itinerari compresi in quello che è, invece, “il cammino di Dante”. Quest’ultimo è un percorso di trekking, premiato da Lonely Planet come il migliore del mondo del 2021.

Oltre alla possibilità di fare hiking alle fermate, il viaggio in treno diventa un percorso culturale, artistico e soprattutto spirituale. È qui che nasce la Divina Commedia. Luoghi in cui la bellezza è rimasta intatta e si può rivivere una nuova spiritualità.

Partenza e arrivo a Firenze (la città dove Dante nasce, nel 1265) e Ravenna (dove trascorre gli ultimi anni della sua vita), alla scoperta di due grandi città d’arte e della valle del Lamone.

Prima di prendere il treno alla stazione di S.Maria Novella, visitiamo i luoghi Danteschi a Firenze.

Il quartiere dantesco a Firenze è sicuramente il cuore medievale. Fra piazza della Signoria e la Badia Fiorentina. Qui ci sono la casa dove nasce Dante e la chiesa di Santa Margherita de’Cerchi, dove il poeta sposa Gemma Donati.
Scopriamo poi gli interni di Palazzo Vecchio, che custodiscono la maschera funebre. La copia del suo volto dopo la morte venne molto probabilmente scolpita nel tardo 1400.
Tappa obbligatoria è il Duomo, poi Piazza delle Pallottole, il luogo della meditazione e del Sasso di Dante. Ultima tappa, la Basilica di Santa Croce, dove la statua all’esterno e il Cenotafio all’interno narrano del tentativo di Firenze di rivalutare Dante dopo la sua morte.

Il viaggio alla scoperta del parco letterario delle Terre di Dante inizia quindi a S. Maria Novella, ma in ogni tappa i viaggiatori possono partire alla scoperta dei borghi o delle colline da cui il poeta prese ispirazione.

Treno di Dante, le fermate

Oltre al treno di Dante, i treni regionali percorrono già, quotidianamente, la Faentina. Sono quindi un’alternativa per visitare autonomamente i borghi e le colline in un itinerario di viaggio lento che soddisfi le proprie esigenze.

Treno di Dante, le fermate dei treni regionali

Dalla ferrovia di Firenze S.Maria Novella, partono due tracciati che si ricongiungono a Borgo San Lorenzo.

Nel primo tracciato (di 1h e 17 minuti) si incontreranno i comuni della valle del fiume Sieve. I binari costeggiano la riva. I filari dei cipressi segnano il passo e nascondono le ville e i casolari. Le fermate effettuate sono Firenze Campo di Marte, Sieci, Pontassieve, Rufina, Scopeti, Contea-Londa, Dicomano, Vicchio, Borgo S.Lorenzo-Rimonelli.

Per chi sceglie questa alternativa, ecco alcune tappe consigliate.

Dicomano

Dicomano era il crocevia tra Romagna e Toscana. L’oratorio di Sant’Onofrio è l’esempio più alto di neoclassicismo italiano.

Vicchio

Vicchio è il paese natale di Giotto e Beato Angelico. Il sentiero dei pittori è tra i percorsi più affascinanti che collegano la casa di Giotto con il centro storico. Nelle vicinanze, il lago Montelleri è il posto ideale per rilassarsi o fare un giro in bici fino a Ponte Vecchio.

Nel secondo tracciato (40 minuti), si incontrano le fermate di Firenze S. Marco Vecchio, Fiesole-Caldine, Vaglia, Campomigliaio, San Piero a Sieve e Scarperia. Sono proprio questi ultimi due i borghi che meritano una sosta.

San Piero a Sieve e Scarperia

I due borghi furono uniti nel 2014 e fanno parte della città metropolitana di Firenze.
Il piccolo borgo di San Piero ha due strade che salgono alle due icone che lo rendono tra i borghi più affascinanti. Da un lato, salendo per via della fortezza, si arriva alla “fortezza di San Martino”, voluta da Cosimo I e disegnata da Buontalenti. Luogo oggi abbandonato intorno al quale ruota la leggenda del Regolo, una strana creatura mitologica che si nasconde fin dai tempi dello scavo delle fondazioni.

Dall’altro lato della collina, tra i cipressi centenari, Michelozzo fu l’autore della villa Medicea del Trebbio (dal 2013 patrimonio Unesco), la prima residenza fuori Firenze dei Medici.

Il borgo di Scarperia è famoso per l’arte dei coltelli e delle lame da cinque secoli. Oltre al famoso palazzo dei Vicari, qui si può ammirare il convento di Bosco, vicino al lago di Bilancino, che custodisce il crocifisso ligneo realizzato molto probabilmente da Donatello. Il comune sorge nel cuore della valle del Mugello e accoglie il famoso circuito di formula uno.

Giunti a Borgo San Lorenzo, i treni regionali proseguono tutti in direzione Faenza.

Borgo San Lorenzo

Da qui si apre l’itinerario in treno più pittoresco. Le campagne del borgo sono ricche di soia, girasole e campi di grano. La campagna Toscana raggiunge la sua massima espressione tra case caratteristiche, ulivi millenari e vigneti. Nel borgo è possibile ammirare ancora la porta dell’Orologio, porta Fiorentina e la Pieve di San Lorenzo, che all’interno ha il dipinto della madonna di Giotto. Dante qui prese parte allo scontro tra guelfi e ghibellini.

Ripartendo sulla Faentina, le prossime fermate saranno Ronta, Crespino del Lamone, Biforco, Marradi-Palazzuolo Sul Senio, Martino In Gattara, S. Cassiano, Fognano, Brisighella, Faenza.

Il tracciato corre lungo il passo della Colla di Casaglia, nel paesaggio del castagno e del faggio.

Marradi

La fermata di Marradi è l’ultima prima di giungere nella prossima regione. È la città del poeta Dino Campana. Oltre al palazzo comunale con il suo loggiato, il palazzo del Cannone e la chiesa del Suffragio, l’attenzione si ferma sui palazzi Fabbroni e Torriani.
La città è nota per le castagne. Qui Dante, in fuga da Firenze, fu derubato del cavallo. Alla denuncia, gli assicurarono che tutti gli abitanti erano galantuomini. Dante rispose “Si galantuomini, ma-radi!”, giocando con le lettere che compongono il nome del borgo.

Entrati in Romagna, si giunge alla pianura. I colori degli alberi di pesche e ciliegie accompagnano il cammino per arrivare alla città di Brisighella e Faenza.

Brisighella

Brisighella è la città dei Manfredi, di Cesare Borgia e dello stato della Chiesa. Oltre ad essere centro termale, ha numerosi punti d’interesse: la via degli Asini, la Collegiata, la Chiesa di San Giovanni Battista, la torre dell’Orologio.

Faenza

Faenza, di fondazione Romana, è la città della Signoria dei Manfredi. Qui si sviluppò l’arte della maiolica, famosa ormai in tutto il mondo.
La ricchezza del centro storico sta sopratutto in piazza della Libertà, piazza del Popolo, la cattedrale, il teatro Masini, il palazzo Municipale e il palazzo Milzetti. Il borgo più bello d’Italia ospitò Dante durante il suo vagare.

Da Faenza si riparte incontrando le fermate di Granarolo Faentino, Russi e Godo, per giungere a Ravenna.

Ravenna

L’arrivo a Ravenna segna la fine degli anni di Dante il “ghibellin fuggiasco”. Dopo aver visitato Venezia, contrasse la malaria che lo porto alla morte. Sotto il convento dei Francescani, in un sarcofago, giace la sua tomba. Si narra che i frati abbiano nascosto le ossa per evitare che i fiorentini se ne appropriassero.

Ravenna, capitale dell’Impero di Occidente, conserva le meraviglie di un passato fastoso. Oltre al Museo Dantesco e alla Tomba di Dante Alighieri, tappa obbligatoria sono i Mosaici del Mausoleo di Galla Placidia, della Basilica di San Vitale, del Battistero degli Ortodossi e della Basilica di S. Apollinare Nuovo, insieme al Mausoleo di Teodorico, il Museo Nazionale e la Basilica di S. Apollinare in Classe.

Tra i luoghi Danteschi, anche la Pineta di Classe, con il querceto che Dante racconta come la “Divina foresta” negli ultimi canti del Purgatorio. Un luogo dalla maestosità paesaggistica che segna la conclusione del viaggio.

L’itinerario del treno di Dante è un viaggio nell’amore che egli aveva per la sua terra. Dopo ben 700 anni, è ancora possibile confondersi, perdersi e ritrovare se stessi nella bellezza. In quella perfezione che rimanda a Dio e che lui definì come “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.

L’amore per la sua terra, per se stessi e per gli altri che accompagnerà i viaggiatori senza mai abbandonarli.

Buon Viaggio sulle orme del sommo poeta!

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