New tourism: comunità locali, viaggiatori globali

New Tourism

Comunità locali, viaggiatori globali

La pandemia mondiale ha costretto tutti gli attori del turismo a scrivere un nuovo capitolo.
Nel 2020 sono nate nuove forme di turismo che hanno fatto da apri pista e test a quello che sarà il nuovo mercato turistico.

I territori pesantemente colpiti prima dalla crisi economica, poi dalla pandemia, sono ora pronti alla ripresa.

La post-pandemia farà spingere l’acceleratore ai cosiddetti sistemi turistici locali.
Questi rappresentano lo strumento ( L.N. 29 marzo 2001  n.135 art.5) che gli enti locali e gli attori pubblici e privati hanno a disposizione per progettare lo sviluppo turistico. Un modello organizzativo che permette di promuovere, offrire offerte turistiche ampie che riguardano il territorio, e cooperare elaborando un unico progetto.

Sono proprio queste aggregazioni che possono creare un nuovo percorso per lo sviluppo del turismo. Le comunità locali sono ricche di arte, cibo, artigianato e tanto altro. Le identità locali verranno valorizzate dalle piccole imprese. Gli operatori turistici infatti devono essere in grado di rispondere alle esigenze mutate dei viaggiatori rispettando l’ambiente e le persone che vivono. 

Il nuovo turismo manterrà intatte le identità locali, ma dovrà costruire territori attrattivi e vivi tutto l’anno. Bisognerà rompere tutti gli stereotipi nel turismo e superare gli errori commessi.

Il turismo di massa, ad esempio, non è più accettabile. Come non saranno tollerati i negozi omologati di souvenir o i cosiddetti menù turistici. A questi si sostituiranno la riscoperta della cucina locale e dell’artigianato.

Le comunità locali saranno il cuore della ripresa insieme ai nuovi viaggiatori che restano globali.

Il turismo, superata la pandemia, non sarà solo di prossimità. Molti viaggiatori stranieri decideranno di muoversi in giro per il mondo.
Cambieranno il modo di viaggiare e il modo di vivere il viaggio. 

Il nuovo turismo è quello consapevole e responsabile. Tutti devono fare la loro parte. Il nuovo turismo ha tutti i presupposti per diffondersi rapidamente. Ciò che farà fare il primo passo al viaggiatore è proprio la consapevolezza che nel viaggio si stia facendo la propria parte.
Il viaggiatore sa che muovendosi nelle economie locali, visita territori inesplorati, entra in contatto con le popolazioni e produce nuove ricchezze evitando lo spopolamento, la perdita di un patrimonio che tutti hanno il diritto di godere.

Lavorare sull’incoming in Italia significa per quest’anno lavorare su due piani.
Potenziando da una parte la rete d’imprese delle comunità locali per far sì che non sia il singolo comune a formare l’offerta turistica, ma un territorio. Lavorando, dall’altra, sulla promozione all’estero per prendere coscienza nel mercato globale in cui ci troviamo.

La promozione dovrà essere mirata ai viaggiatori che vogliamo popolino le comunità locali. Un viaggiatore attento ed esperto, che si muove nel mondo producendo e diffondendo anche ricchezza.

Ad aiutarci in questo ci saranno le nuove tecnologie. In un mondo iperconnesso, è impensabile che non entrino a far parte del new tourism. La tecnologia ci permetterà di:

  • rendere flessibile il viaggio (pensiamo, ad esempio, ai sistemi di prenotazione),
  • conoscere meglio i posti prima di intraprendere il viaggio,
  • muoverci e spostarci più facilmente,
  • stare in sicurezza.

I territori Italiani hanno come caratteristica peculiare la diversità. Ogni passo che facciamo ci mostra identità differenti, che sono il punto di forza nel mercato globale. Il lavoro da fare è su poche norme che scrivano la storia futura del turismo.

I prossimi mesi saranno di duro lavoro. Ci auguriamo che tutte le imprese comincino a valorizzare il locale, pensando e agendo in maniera globale.
Il nuovo turismo è quello consapevole e responsabile. Tutti devono fare la loro parte.

Buon viaggio lento nel mondo, alla scoperta delle comunità locali.

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