Slow tourism, slow wine e vini in Italia
Tradizione e innovazione, passione e creatività sono le caratteristiche che contraddistinguono il settore del vino in Italia. Ogni bottiglia di vino è un’opera d’arte che racconta un pezzo d’Italia.
L’enoturismo abbraccia le aziende produttrici e promuove il Made in Italy. Un mix fatto di cantine e paesaggi agricoli che il viaggiatore può scoprire facendo del vino una vera esperienza che utilizza tutti i sensi.
Il progetto VINITALIA racconta l’Italia del vino a passo lento. Un viaggio tra i territori e i diversi vini italiani per esaltare le comunità locali e i vignaioli. Idee di viaggio che permettono di vivere a pieno l’esperienza del vino.
VINITALIA è una guida tra i vini italiani per vivere i territori, rispettare l’ambiente e il paesaggio dove sono localizzati.
VINITALIA è slow wine.
Indice
I territori del vino
Cibo e vino in Italia
La tradizione italiana
I marchi dei vini italiani: IGT, DOC e DOCG
I marchi europei: DOP e IGP
Elenco dei vini italiani
I territori dei vini italia
I territori Italiani sono ricchi di vino. I differenti contesti regionali, l’eterogeneità del clima e del suolo cui sono sottoposte le varietà d’uva, fanno dell’Italia uno tra i pochi paesi al mondo ad avere un numero così alto di vini. Legati al loro territorio e alla cucina locale, i vini italiani sono amati e ricordati. Ad oggi le regioni con più ettari di vigneti sono la Sicilia, la Puglia e il Veneto.
ABRUZZO
bianco: Trebbiano, Pecorino, Cococciola
rosso: Montepulciano
In Abruzzo la produzione di vino è sulle colline. Il padrone indiscusso è il Montepulciano. Tra i bianchi, invece, il Trebbiano toscano. Il tessuto imprenditoriale è molto innovativo e tra i leader sul mercato.
BASILICATA
rosso: Aglianico, Primitivo
Ad eccezione della zona di Matera e del comune di Risonerò, in Vulture, la regione non produce molto vino. Trionfa il rosso. Il protagonista è l’Aglianico del Vulture. È questo infatti il vitigno più diffuso. La produzione del Primitivo resta comunque bassa.
CALABRIA
bianco: Greco Bianco, Montonico, Pecorello
rosso: Gaglioppo, Magliocco
La produzione maggiore è a nord della regione. Il territorio utile alla produzione è molto piccolo. Spiccano il passito Greco di Bianco e il Gaglioppo. Sotto il nome di terre di Cosenza, invece, sono raggruppati diversi vini che riscuotono successo, di diverse tipologie.
CAMPANIA
bianco: Falangina, Greco, Fiano, Coda di Volpe
rosso: Aglianico, Piedirosso
È nelle colline dell’Irpinia che da sempre Napoli ricava il vino migliore, insieme alle eccellenze del Vesuvio. La Campania è tra le regioni con maggiori vini tipici. Il vitigno rosso più diffuso è l’Aglianico, mentre il bianco è la Falanghina. Tra le nuove produzioni, il Sannio sta conquistando il mercato.
EMILIA-ROMAGNA
bianco: Trebbiano romagnolo, Pignoletto Albana
rosso: Lambrusco, Sangiovese,Barbera, Croatina
La regione produce ottimi vini dalla costa fino alle colline bolognesi. Il vitigno bianco più diffuso è il Trebbiano Romagnolo, mentre il rosso è il famosissimo Sangiovese. Il Lambrusco – in Emilia – e il Sangiovese – in Romagna – sono invece i vini più prodotti.
FRIULI-VENEZIA GIULIA
bianco: Pinot grigio, Friulano, Chardonnay, Sauvignon blanc, Pinot bianco
rosso: Merlort, Carbernet Franc, Refosco
In questa regione si lavora alla sperimentazione di vini che utilizzano le moderne tecnologie. Il vitigno più diffuso è quello bianco del Pinot grigio, mentre il rosso è il Merlot. La produzione maggiore avviene lungo la costa. Anche in questa regione si produce il Prosecco.
LAZIO
bianco: Trebbiano, Malvasia
rosso: Merlot, Montepulciano, Sangiovese, Cesanese
I colli romani producono da sempre il nettare per l’antica romana. Ancora oggi è lì che si concentra la produzione maggiore. I bianchi sono i vitigni più diffusi, come il Trebbiano toscano e la Malvasia bianca di Candia. Mentre il vitigno rosso più diffuso è il Merlot. Vini che seppur delicati vengono apprezzati moltissimo all’estero.
LIGURIA
bianco: Pigato, Bosco, Vermentino, Albarola
rosso: Dolcetto, Sangiovese, Rossese
I vini della Liguria vivono in stretto rapporto con il mare. Da Ponente a Levante i vitigni principali sono il Vermentino, il Pigato e il Rossese. Tra i territori più interessanti nella Regione, quello delle Cinque Terre. I vignaioli coltivano su fasce a strapiombo sul mare, producendo il passito tra i più importanti italiani, lo Sciacchetrà.
LOMBARDIA
bianco: Pinot grigio, Riesling italico, Chardonnay
rosso: Nebbiolo, Merlot, Barbera, Croatina, Pinot nero
La piccola produzione di vini in Lombardia fa sì che la loro qualità sia molto pregiata. La regione è oggi maggiormente nota per gli spumanti (Franciacorta). Tra i vitigni principali, lo Chardonnay, il Pinot nero e la Croatina.
MARCHE
bianco: Pecorino, Passerina, Verdicchio, Biancame
rosso: Lacrima,Montepulciano, Sangiovese
Le Marche concentrano la produzione sulla costa Adriatica e le prime colline. Dai passiti agli spumanti, i vitigni maggiori bianchi sono Biancame e Verdicchio. Tra i rossi, trionfano il Montepulciano e il Sangiovese.
MOLISE
bianco: Tintilla, Montepulciano
rosso: Chardonnay, Trebbiano
La piccola regione sta da qualche anno accelerando sul mercato dei vini. I vitigni rossi maggiormente prodotti sono il Montepulciano e il Cabernet Sauvignon e, tra i bianchi, quelli del Trebbiano abruzzese.
La regione vanta alcune tradizioni rimaste intatte negli anni e che oggi sono un punto di forza. Tra i vini robusti spicca il vino rosso Tintilia.
PIEMONTE
bianco: Arneis, Chardonnay, Cortese, Moscato
rosso: Barbera, Dolcetto, Nebbiolo, Branchetto, Freisa, Grignolino
Le colline Piemontesi sono amate da tutti. I territori del Roero, Monferrato e delle Langhe sono patrimonio Unesco. I vitigni più diffusi sono il Barbera, rosso, e il Moscato, bianco. Qui è anche la patria degli spumanti d’Asti o del vino Barolo.
In Piemonte il paesaggio si mescola al buon vino. Infatti i paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato in Piemonte sono stati riconosciuti Patrimonio Unesco. Ben cinque aree vinicole (La Langa del Barolo, le colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante e il Monferrato degli Infernot) e il castello di Grinzane Cavour. Nel 1865, grazie ai Fratelli Gancia, nacque lo spumante italiano. Il primo in assoluto. I vini più prodotti sono il Barbera, Moscato e il Dolcetto.
PUGLIA
bianco: Flano minutolo, Malvasia, Trebbiano
rosso: Uva di Troia, Sangiovese, Montepulciano, Primitivo, Negramaro
Una regione così estesa e con una diversificazione di vini forse unica in Italia. Seconda solo alla Sicilia, la Puglia produce vini noti da sempre. Il Negramaro e il Primitivo nel Salento, il Nero di Troia nel Foggiano dominano ormai da diversi anni la scena internazionale. Infatti tra i vitigni maggiormente diffusi ci sono il sangiovese, primitivo e negramaro.
SARDEGNA
bianco: Nasco, Nuragus, Vermentino, Vernaccia
rosso: Bovale, Cannonau, Carignano, Monica, Sangiovese, Pascale
Ad eccezione di qualche area lungo Olbia, la maggiore produzione avviene nelle colline di Cagliari. Il sud della Sardegna trionfa per i vini rossi e bianchi. I vitigni maggiori per il rosso è il Cannonau, per il bianco il Vermentino.
SICILIA
bianco: Calabrese, Nerello Mascalese, Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon
rosso: Catarratto, Grillo, Ansonica, Chardonnay
La regione dove si produce più vino in Italia è la Sicilia. Dall’Etna alle isole al comune di Marsala e di Noto. La Sicilia è davvero un territorio di innovazione e continua sperimentazione, tra uve locali e il sole di Sicilia, il prodotto non può che essere apprezzato ovunque. Il vitigno bianco maggiormente diffuso è il catafratto bianco, il rosso è il Nero d’Avola.
TOSCANA
bianco: Chardonnay, Malvasia, Trebbiano, Vermentino
rosso: Sangiovese, Canaiolo, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernert Franc
Due vitigni, il rosso Sangiovese e il bianco Trebbiano, caratterizzano la Toscana. Una terra ricca di etichette. Sicuramente non ha bisogno di presentazioni il Brunello di Montalcino, definito da molti l’oro Toscano, insieme al Chianti.
TRENTINO-ALTO ADIGE
bianco: Merlot, Teroldego, Marzemino, Schiava
rosso: Chardonnay,Pinot grigio, Muller Thurgau
Sia in Trentino che in Alto Adige si producono vini che riscuotono successo sopratutto all’estero. Ai piedi delle Dolomiti, tra i bianchi più prodotti, ci sono lo Chardonnay e il Pinot Grigio, mentre tra i rossi il principale è lo Schiava.
UMBRIA
bianco: Trebbiano, Grechetto, Chardonnay
rosso: Sangiovese, Merlot, Sagrantino, Cabernet Sauvignon
La regione verde è nota anche per le sue particolari colline selvagge. Il vitigno rosso che trionfa è il Sangiovese, quello bianco il Trebbiano toscano. La produzione di vini maggiore è quella sul confine con la Toscana.
VALLE D’AOSTA
bianco: Prié blanc, Moscato, Chardonnay
rosso: Petit rouge, Nebbiolo, Pinot nero, Fumin
L’area di produzione dei vini, in questa minuscola regione, è quella al confine con il Piemonte. I vini prodotti sono di grande valore. I vitigni principali sono il Petit rouge, il Nebbiolo e il Pinot nero.
VENETO
bianco: Glera, Garganega, Pinot grigio, Chardonnay
rosso: Merlot, Corvina, Cabernet, Sauvignon, Cabernet Franc, Rondinella
È la terza regione per produzione di vino in Italia. I maggiori vitigni sono Glera e Garganega per i bianchi, Merlot e Corvina per i rossi. Il successo è sicuramente dato dalla qualità dei vini e dalla diversificazione del clima che, dalla costa fino alla montagna, fa maturare diversamente le uve. Questa è la regione dove trionfa il prosecco.
Cibo e vino in Italia
I migliori sommelier Italiani lavorano ogni giorno per promuovere l’abbinamento perfetto.
Il matrimonio tra cibo e vino in Italia avviene in ogni regione da secoli. I piatti della tradizione locale da sempre sono accostati ai vini locali. Non esiste una teoria unica, ma diverse scuole di pensiero e gusti personali.
I consigli dai sommelier
VINI ROSSI: strutturati, con piatti sostanziosi; morbidi, con i formaggi stagionati; frizzanti, con cibi grassi
VINI BIANCHI: aromatici, con cibi profumati; morbidi, con pesce; invecchiati, con crostacei o carni bianche.
SPUMANTI: secchi con tutte le pietanze, ad eccezione del dolce; aromatici con la pasticceria da forno; invecchiati con quella secca.
La tradizione italiana
Clicca e scopri gli abbinamenti “vino – piatto tipico” della tradizione italiana.
Montepulciano d’Abruzzo
e arrosticini (di pecora o di fegato)
Aglianico del Vulture
e agnello alla lucana
Cirò rosso
e ’nduja
Gragnano
e pizza margherita
Lambrusco
e gnocco fritto
Picolit
e gubana Udinese
Castelli Romani
e cacio e pepe
Fermentino
e trofie al pesto
Valtellina Inferno
e pizzoccheri
Verdicchio
e coniglio in potacchio
Tintilla
e pampanella
Barbaresco
e tabarin al tartufo
Nero di Troia
e caciocavallo podolico
Vermentino di Gallura
e bottarga
Grillo
e pasta con le sarde
Chianti
e la fiorentina
Schiava
e canederli
Grechetto
e pasta alla norcina
Blanc de morgex et de la salle
e il formaggio bleu d’Aoste
Prosecco Valdobbiane
e risotto al radicchio
I marchi dei vini italiani: IGT, DOC e DOCG
Le bottiglie di vino oggi, dopo la riforma del 2010, possono riportare sia i marchi nazionali che quelli europei (IGP e DOP). Tuttavia, le varie sigle presentano delle differenze sostanziali e dei disciplinari da seguire per ottenere l’ambito marchio.
I VINI ITALIA IGT
IGT – Indicazione geografica tipica – è la sigla che include i vini prodotti in territori più o meno estesi. Fa sì che un vino si distingua dai classici “vini da tavola”. Il vino prodotto deve avere delle qualità specifiche del territorio. In Italia ce ne sono oltre 118. Questa sigla in Europa è ricompresa nel marchio europeo di IGP.
I VINI ITALIA DOC
DOC – Denominazione di Origine Controllata – è la sigla che si ottiene come secondo step, dopo essere stati per almeno cinque anni IGT. I territori non sono aree molto estese ma delimitate. I territori doc sono caratterizzati dal lavoro dell’uomo e dall’ambiente nei quali vivono. I controlli per verificare tutti i requisiti richiesti sono molto serrati. Questa sigla in Europa è ricompresa nel marchio europeo di DOP.
I VINI ITALIA DOCG
DOCG – Denominazione di Origine Controllata e Garantita – è la sigla che viene attribuita a chi ha già il riconoscimento DOC da almeno 10 anni. In Italia ci sono ben 74 DOCG vini conosciuti nei mercati internazionali, a cui va il merito di lavorare ogni giorno per ottenere un vino pregiato e di qualità. Le regole del disciplinare sono precise e ferree. Questa sigla in Europa è ricompresa nel marchio europeo di DOP con l’aggiunta della sottozona.
I vini italia DOCG e DOC possono anche avere la classificazione di “classico”, “riserva” e “superiore”. Queste classificazioni fanno riferimento alla produzione e al territorio. Se la zona è più antica, il vino sarà classico. Se il suo processo per l’invecchiamento è superiore a quello previsto dal disciplinare, lo si indica con “riserva“. Infine, se la gradazione alcolica è più elevata rispetto a quella prevista dal disciplinare si indicherà in etichetta “superiore”.
I marchi europei: DOP e IGP
DOP – Denominazione di Origine Protetta – indica l’origine di un prodotto con caratteristiche strettamente legate al territorio in cui viene realizzato. Una sigla che simboleggia, non solo i fattori naturali, ma anche umani, di chi lavora e trasmette il proprio sapere di generazione in generazione. I due fattori mescolati tra loro danno vita a prodotti inimitabili. Tutte le fasi devono avvenire nelle aree delimitate.
Oggi il marchio è usato anche per altre specialità, come formaggi, pesci o carni. All’interno della sigla DOP rientrano in italia le DOC e DOCG.
IGP – Indicazione Geografica Protetta – indica il territorio d’origine. Al contrario della DOP, è sufficiente che una sola fase si svolga nell’area geografica. Quindi si può avere un prodotto con materie prime di aree differenti. Le uve devono provenire almeno per l’85% dal territorio designato.