Viaggio lento tra le architetture religiose
Le Abbazie sono organizzazioni territoriali della Chiesa Cattolica che fanno capo ad un prelato o un abate, che le amministra come fosse un Vescovo. Nel 1976 il Papa Paolo VI dispone che non vengano più realizzate abbazie territoriali se non per cause speciali.
Le abbazie in Italia offrono un’esperienza unica di storia e spiritualità.
Ad oggi in Italia ci sono 6 abbazie.
ABBAZIA MONTECASSINO
È forse l’abbazia in italia più nota in tutto il mondo. San Benedetto, nel 529, scelse questa montagna per costruire un monastero che avrebbe ospitato i monaci che lo seguivano.
L’ordine religioso popola ancora l’abbazia. Il colle “Montecassino”, con i suoi 516 metri di altitudine, domina la valle di Comino e il Cassinate. Si trova in provincia di Frosinone e ai suoi piedi sorge il comune di Cassino.
Il sito ha una lunga storia. Subì dopo pochi anni le prime invasioni distruttive. Il periodo più importante è quello tra il 1000 e il 1200. Il territorio venne denominato la “Terra di San Benedetto” e i possedimenti permisero la realizzazione di grandi opere. Molti papi vennero qui. Il monastero ospitò anche Federico II. Solo nel Trecento venne elevato ad abbazia. Con Papa Urbano V si ricostruirono tutti gli edifici distrutti nel terremoto del 1349 e 1369.
Nel Cinquecento fu gestita dall’Abbazia di Santa Giustina a Padova e nel Settecento fu saccheggiata dai francesi. Nell’Ottocento fu dichiarato monumento nazionale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, qui si svolse la famosa battaglia di Montecassino, durante la quale gli alleati la distrussero. L’abbazia giunta a noi oggi è una ricostruzione. Papa Francesco ha ultimamente ridotto il territorio gestito alla sola abbazia e non più alle cosiddette terre di San Benedetto.
La basilica è sicuramente tra i gioielli di questo territorio. La chiesa è stata completamente distrutta e ricostruita durante il Novecento. L’accesso avviene attraverso tre chiostri.
Dal chiostro di ingresso si accede lateralmente al chiostro del Bramante. Un lato diventa una grande balconata sul territorio, mentre il lato opposto accoglie la scalinata, con le due statue di San Benedetto e di sua sorella gemella Santa Scolastica, che conduce all’ingresso della chiesa.
Il chiostro è stato definito la Loggia del Paradiso per la particolare bellezza di questa terrazza su tutta la valle.
ABBAZIA DI MONTE OLIVETO MAGGIORE
Nella provincia di Siena, in Toscana, il comune di Asciano è la sede della Congrega benedettina di Monte Oliveto.
All’interno delle crete Senesi, tra i paesaggi più iconici della Toscana, dai colori verdi o gialli, si sviluppa la complessa architettura dell’abbazia. Tra le abbazie in italia più complesse.
L’ordine religioso venne fondato nel Trecento. Ben presto, nel Seicento nacquero ben sei monasteri nella sola Toscana.
I monaci oggi sono monaci agricoltori, che tramandano da secoli il sapere su tutta l’agricoltura, in particolare olio, cereali, liquori e vino.
Fin dalle origini, infatti, l’abbazia si sostenta con l’agricoltura e la produzione è fatta nei poderi (ben 900 ettari).
Oggi sono presenti la grande chiesa, i due chiostri, la torre, il refettorio, un’aula capitolare e la biblioteca.
Il campanile con il suo stile romanico svetta sulla collina e segna l’ingresso con la statua di San Bernardo Tolomei.
Il primo spazio a cui si accede è il chiostro principale, detto grande. Qui le mura sono affrescate dal Signorelli e il Sodoma. I dipinti rappresentano le storie di San Benedetto e sono tra i più significativi del Rinascimento.
La chiesa, la Cattedrale della Natività di Maria, fu costruita nel Quattrocento. È un luogo di culto che si fa museo per la quantità di opere che racchiude. La messa qui è ancora svolta con i canti Gregoriani, che attirano visitatori da ogni dove per la loro suggestione. La chiesa ha la pianta a forma di croce latina. Nel Settecento Antinori la rese barocca. All’interno, tra le opere più importanti in Europa, il coro in legno intarsiato realizzato da un frate nei primi anni del Cinquecento. In legno sono anche il Crocifisso nella Cappella del Sacramento e il soffitto della Sagrestia.
Il refettorio è interamente affrescato. Molto luminoso grazie alle finestre su una delle pareti. Gli affreschi sono sempre opera di uno dei frati che nel Seicento dipinse la stanza. La tela più importante è quella dell’ultima cena.
La biblioteca è sorretta da colonne con capitelli scolpiti. Le tre navate sono con coperture a crociera e a botte. Ha moltissimi libri e volumi, alcuni dei quali provengono dal Monastero vicino Perugia. In fondo alla stanza si accede alla Farmacia. Qui i molti vasi bianchi e celesti sono colmi di erbe per la cura.
La chiesa è anche dotata di una cantina dove viene prodotto il vino. Come già detto, tra i lavori svolti dai monaci, oltre a quello dell’accoglienza, con ben 25 posti letto, c’è la preparazione di prodotti destinati alla vendita. L’azienda agricola produce infatti il liquore detto “la flora di Monteoliveto”, infuso preparato con le erbe di un’antica ricetta, e prodotti di erboristeria.
ABBAZIA DELLA SANTISSSIMA TRINITÀ DI CAVA DE’ TIRRENI
Ha sede nella frazione di Corpo di Cava, nella valle dei monti Lattari, a 400 metri s.l.m., dove scorre il ruscello Selano. Da qui si può ammirare il panorama della Costiera Amalfitana. Tra le abbazie in Italia inserite in un contesto dal forte valore paesaggistico.
La legenda narra che il frate Alferio, recatosi alla grotta per la preghiera, venne sorpreso da tre raggi che uscirono dalla stessa.
Da quel giorno fu il luogo dell’abbazia, che venne così dedicata alla Trinità.
Il centro benedettino è tra i più importanti centri culturali e religiosi. Il complesso, se all’esterno risulta scarno, all’interno è ricco e maestoso. Le pareti e il pavimento sono arricchiti di marmi policromi. Tra le opere ci sono l’ambone e la Cappella con il paliotto e il pavimento in maioliche. La Cappella dei Santi Padri e la cella grotta, con l’urna di Sant’Alferio, sono le testimonianze storiche.
All’interno dell’abbazia vi è l’archivio, che dal Mille custodisce bolle, testamenti, diplomi e testi. Tra le opere maggiori, la Bibbia Visigotica, arrivata lì nel 12esimo secolo. Il codice venne rinvenuto nell’abbazia probabilmente durante il Regno delle Asturie e rappresenta un “monumento trionfale” di Alfonso II. È decorato in porpora e impaginato su tre colonne.
La ricchezza dell’archivio fu uno dei motivi che fecero dell’abbazia Monumento Nazionale.
Anche il Chiostro (detto anche chiostrino) è uno spazio da ammirare. È completamente addossato alla montagna. Risale al 13esimo secolo. Qui regna il silenzio. Si odono i suoni della natura, come lo scorrere dell’acqua della vasca, al centro del chiostro. Lo spazio coperto voltato è sorretto da coppie di colonne binate con capitelli scolpiti. Dal cortile, una scala costruita vicino ad un muro romano porta al Lapidario.
Altro spazio di pregio è il Capitolo, il luogo usato sia come refettorio sia per le riunioni tra i monaci. Qui vengono prese, dall’Abate Reggente, le decisioni più importanti. Lo spazio ha intarsi in legno che formano sedute. La parte superiore e la volta sono completamente affrescate. Il pavimento maiolicato proviene dal monastero di S. Andrea delle Dame in Napoli.
Il sito è anche attraversato dai sentieri del CAI (alta via dei Lattari), dall’Acquedotto Romano del I sec d.C. e dal suggestivo percorso del sentiero degli Dei.
Fin dalla sua nascita, nell’abbazia si sono mescolate storie civili e religiose. Anche il rapporto con la città di Cava dei Tirreni è stato turbolento. È stato anche il luogo dedicato all’istruzione dei giovani con un collegio laico.
L’Abbazia ha festeggiato nel 2012 il millennio di fondazione della Badia di Cava.
ABBAZIA DI SANTA MARIA DI GROTTAFERRATA
Nelle vicinanze di Roma, immersa nel verde, troviamo il comune di Grottaferrata, nel cuore dei Castelli Romani si trova una delle abbazie in italia più belle.
Nata sui ruderi di una villa romana sorge l’abbazia, oggi inglobata nel complesso fortificato voluto da Giovanni della Rovere nel Quattrocento.
Le massicce mura di cinta e le torri sono visibili all’arrivo. Il vecchio ponte levatoio è sostituito oggi da un ponte di pietra costruito sul fossato. All’interno ci sono diverse architetture: la Rocca, il palazzo della Cummenda, la basilica di Santa Maria e il Monastero.
All’ingresso del monastero c’è la statua di san Nilo, colui che fondò il primo monastero.
Fu a Grottaferrata che fermandosi in una cappella a pregare scelse questo come luogo, dopo l’apparizione della Madonna. Non riuscì a terminare il lavoro e fu San Bartolomeo a farlo. Ecco esche lo si considera cofondatore dell’abbazia.
La chiesa di Santa Maria è singolare per il rito che oggi viene svolto all’interno, che è ancora quello bizantino-greco. Da vecchia tomba pagana divenne cappella cristiana. Dalla cappella prende nome il comune Cripta Ferrata. All’interno, il soffitto ligneo e il pavimento in mosaico.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie è stata modificata nel tempo. Vennero aggiunti l’altare e il ciborio. Nel Cinquecento venne rinnovata la cappella divisa in due parti, navata e presbiterio. Qui ci sono lo stemma della famiglia Farnese e i numerosi affreschi che rappresentano l’esodo e la genesi.
Nel cortile, la fontana liturgica dove il 6 gennaio si benedicono l’acqua e i presenti, con la stessa acqua, in segno di benedizione.
Da qui è visibile anche il campanile del Duecento, restaurato nell’Ottocento con maioliche ornamentali.
Oltre all’edificio del museo e il nuovo monastero, vi sono le sale di rappresentanza, le celle dei monaci, il refettorio e ben due biblioteche (moderna e antica). Il Laboratorio, creato nel 1930, è il luogo in cui vengono restaurati libri da tutto il mondo. Qui venne restaurato il codice atlantico di Leonardo.
Il museo è una collezione degli scavi vicini, sculture antiche, tra cui la stele attica, che raffigura un ragazzo che intraprende la lettura e che è oggi il simbolo del museo. Ci sono anche vecchie tombe Romane e il sarcofago, probabilmente, di Marco Tullio Cicerone. Troviamo anche una ricostruzione dell’ipogeo delle ghirlande, la scultura della Madonna delle Grazie e molti suppellettili in argento.
L’abbazia ha l’aspetto di una fortezza e questo perché Giuliano della Rovere (papa Giulio II) decise di proteggere l’abbazia dalle invasioni.
Grazie a lui, all’interno si fecero grandi stravolgimenti. Nel Cinquecento, con il cardinale Fabio Colonna, viene decorata la Sala delle Grottesche da Francesco da Siena.
La biblioteca conserva l’acquerello dell’Ottocento di Luigi Rossini, che rappresenta l’antico portale di accesso, i codici di san Nilo e libri sulla musica sacra bizantina.
Questo è un luogo dove la conoscenza e la spiritualità si uniscono. Un vero diamante per il Lazio e tutta l’Italia, simbolo di unione delle culture.
ABBAZIA DI MONTEVERGINE
A oltre 1000 metri, in Irpinia, nel comune di Mercogliano, si trova una tra le abbazie in Italia dove storie e leggende si susseguono.
Si dice che in questo luogo, negli anni tra il 1939 e il 1946, abbiano custodito per un breve periodo la Sacra Sindone, poi restituita a Torino, per proteggerla durante il conflitto mondiale.
La particolarità è che è costituita da due luoghi. Uno è quello del santuario sulla montagna e l’altro è la sede della biblioteca statale e casa di formazione per i futuri monaci.
È forse tra i santuari più antichi dell’Italia Meridionale. Un luogo di culto molto sentito, anche da coloro che migrarono all’estero e sono ancora oggi molto legati.
Il santuario è il risultato di molte trasformazioni. San Guglielmo Abate fondò la prima chiesa e la foresteria su questo monte detto Vergine, dove si era recato in pellegrinaggio verso la Terra Santa, ma il viaggio venne interrotto. Qui si ritirò e accoglieva i pellegrini.
All’interno, oggi, il santuario è costituito da due chiese, quella antica e la basilica moderna. La chiesa antica subì numerose trasformazioni e ampliamenti, anche da parte degli Angioini, e un’importante ricostruzione a seguito del crollo nel 1629, assumendo così l’attuale conformazione barocca.
Nell’abbazia per un periodo furono custodite le reliquie di San Gennaro. Nelle cappelle laterali c’è l’icona della Madonna, venerata ancora oggi, seduta sul trono con il bambino che indica sua mamma. Questo splendido esempio di iconografia rimanda al rapporto tra fedeli, Maria e Gesù.
Negli spazi del santuario, il museo e la mostra permanente dei presepi napoletani. Dopo l’incendio della foresteria, nel Seicento, all’abbazia fu costruito il museo. Quello di oggi è frutto del lavoro compiuto durante il Giubileo del 2000.
La biblioteca ha tanti volumi, un patrimonio molto importante raccolto dai monaci e le attività dell’osservatorio metereologico, creato nell’Ottocento.
L’osservatorio di Montevergine è nato nel 1884 ed è tra i più antichi nel meridione. In realtà la stanza anemografo è sul monte Tavola, a oltre 1400 metri, che oggi registra e trasmette i dati ogni dieci minuti.
A Mercogliano, invece, c’è il palazzo abbaziale di Loreto di Montevergine, costruito nel Settecento. Rispetto al santuario, ci fu la necessità di costruire un luogo più facilmente raggiungibile. Il palazzo è chiamato “di Loreto” perché nasceva sull’antica infermeria (Lo Rito) precedentemente crollata.
Nella cappella un dipinto della Madonna di Loreto fa pensare ad un collegamento diretto, ma non è così.
Al primo piano, la galleria dedicata a tutti gli abbati che negli anni, una volta eletti, rimanevano in carica per tre anni, e la sala del Capitolo, dove i superiori si riunivano per eleggere l’abate.
La sala è riccamente decorata con arazzi. Domenico Antonio Vaccaro, il più importante per il regno di Napoli, realizzò la statua. Una piccola cappella è luogo di clausura e non è aperta al pubblico. Qui oltre alla pala d’altare, c’è l’ex voto di Margherita di Savoia.
Nel palazzo c’è una ricca farmacia con tre ambienti e il laboratorio. Qui la tradizione si fa con i liquori e lo studio delle erbe.
La farmacia (detta anche spezieria) è il luogo dove i monaci detenevano il sapere sulle erbe, per lavorarci e farne medicine. Le persone tramandavano verbalmente il sapere senza lasciare manoscritt Questo contribuì alla sua chiusura e oggi è solo luogo di visite.
Il palazzo ha anche la biblioteca e l’archivio, che conserva numerose pergamene e manoscritti pregiati, tra cui quelli di musica sacra.
Infine, la cantina, lo spazio per l’apicoltura e la premiata fabbrica di liquori (Anthémis, Partenio, Romito, Verginiano, Amaro Benedettino, Ansietta Benedettina, Brandy)
ABBAZIA DI SUBIACO
È la più antica dei benedettini. Rientra nel progetto di San Benedetto da Norcia, che nel Cinquecento fondò i primi monasteri prima di trasferirsi a Montecassino. Ci troviamo nel Lazio, lungo il fiume Aniene, a Subiaco, il luogo di una villa di Nerone e dell’antica via Sublacense.
Le abbazie in italia sono un tesoro nascosto del paese, ricche di storia e arte. Questa le incarna tutte.
All’interno è racchiusa la grotta dove San Benedetto trascorse del tempo da eremita. La chiesa è una stratificazione di storia e bellezza.
È costituita da due corpi sovrapposti e diverse cappelle e grotte affrescate.
La chiesa superiore è affrescata dalla scuola senese. Sono rappresentate la vita e la passione di Gesù. Nella seconda campata la scuola umbro-marchigiana rappresenta la vita di san Francesco e alcuni episodi della sua vita.
La chiesa inferiore ha pavimenti marmorei ed è totalmente affrescata. La grotta (detta sacro speco) era ricavata all’interno del monte Tavè. Un frate di sua conoscenza tenne in vita San Benedetto, all’età di 17 anni e nascosto a tutti, calandogli del cibo.
Qui passò anche San Francesco e a testimoniarlo è un’affresco storico.
Nelle vicinanze, il monastero con la chiesa di Santa scolastica è il più antico del mondo, perchè unico sopravvissuto.
Il monastero ha tre chiostri.
Il primo è quello rinascimentale, dipinto con alcune immagini di papi e con gli arcani affrescati. Da qui è visibile il campanile romanico, che al centro del complesso svetta sulla valle.
Il secondo è quello gotico, a cui si accede da un arcone. All’interno ci sono tutti archi a sesto acuto, un giardino e un pozzo al centro. Le colonne venivano dalla villa di Nerone. Da qui si accede alla piccola chiesa dipinta, che era meta di pellegrinaggio per Santa Scolastica.
Ultimo chiostro, quello Cosmatesco, voluto da Iacopo il Vecchio nel Duecento. I dettagli sono molto ricercati come il pozzo al centro o gli elementi presenti sui pilastri. Le colonnine sono in marmo, lisce e intrecciate, alcune delle quali binate.
Il monastero di San Benedetto sorge a 600 metri sulla grotta che accolse il santo. Ci si arriva attraverso una scalinata che si apre sul paesaggio. La parte più antica si trova in basso, scavata in parte nella roccia. Qui si trova il capitolo vecchio affrescato dalla scuola del Perugino.
Sulla parete rocciosa è dipinto il diavolo. Da qui, infatti, una scalinata porta nella parte più profonda, dove san Benedetto trascorse tre anni della sua vita. Prima era il luogo per i frati di Santa Scolastica, ma nel 1089 si decise che poteva insediarsi qui una prima comunità. Da allora crebbe fino a diventare il monastero che vediamo oggi.
Da qui passa la “Via Benedicti“, il cammino delle abbazie da Norcia a Montecassino, che ripercorre le orme di San Benedetto.
L’overtourism è una minaccia per molte destinazioni turistiche in tutto il mondo, ma le sei abbazie territoriali italiane dimostrano come la fede e il rito spirituale abbiano generato delle macchine perfette per la sopravvivenza, senza cadere nella trappola del turismo di massa.
Come il modello delle masserie, le abbazie in Italia erano il luogo dove si poteva vivere lontano dalla frenesia delle città.
Le abbazie in Italia detengono oggi un sapere che va dalle erbe officinali, all’agricoltura, alla cultura, con i tantissimi volumi conservati. La fede e la devozione tramandano da secoli storie differenti in ogni abbazia.
Le abbazie in Italia non soppresse sono presenti anche nel Mondo e sono quelle di: Tokwon (Corea del Nord), Pannonhalma (Ungheria), San Maurizio d’Augauno (Svizzera), Wettingen-Mehrerau (Austria) e Einsiedeln (Svizzera).
Oggi, a capo delle abbazie ci sono gli abati, confermati dal Papa dopo elezione da parte dell’ordine. Gli abati sono come i vescovi diocesani. Proprio per questo, essendo separati dalle diocesi, risultano delle enclave con proprio funzionamento interno.
Le loro attività sono quasi sempre rivolte all’accoglienza dei viaggiatori pellegrini.
Le abbazie in Italia rappresentano un’opportunità per scoprire la bellezza dell’architettura medievale e rinascimentale
Arte, tradizioni, cultura e fede: le abbazie sono luoghi da vivere e scoprire a passo lento.
Luoghi nati per assicurare il benessere dell’uomo, che almeno una volta nella vita vale la pena scoprire.
Buon viaggio lento nelle abbazie d’Italia.
avete dimenticato la più grande delle abbazie in Italia….quella di San martino delle scale con 22 mila mq di parte coperta….
L’Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale, come molte altre, non è stata dimenticata. Le sarà dedicato un articolo speciale. Grazie per la segnalazione, Igor. Continua a seguirci.