Porto Cesareo pugliaterritorio Alla corte del Conte: la città sull’acqua e la città sulla terra lungo la via Sallentina Vento in poppa, si salpa per una nuova avventura sulla costa ionica. È tempo di conoscere nuove terre, ed essere accolti alla corte del Conte Carlo V. Porto Cesareo, insieme a Otranto e Gallipoli, è tra le città balneari più note e popolate in estate nella Puglia. Il rapporto della città con l’acqua ha segnato intere generazioni di pescatori e amanti del mare. La vita qui scorre felice sull’acqua e sulla terra. Perché, si sa, i Cesarini, parte dell’anno, la vivono sull’acqua. Quelle della pesca, della marina e del diporto sono tra le attività più importanti. Soprattutto in estate, il paesaggio qui sull’acqua è fatto di migliaia di natanti piccoli o grandi che nel loro caos ordinato creano una vera città galleggiante. Inutile dirvi che il pescaturismo è davvero tra le esperienze più belle da fare per capire, insieme ai pescatori locali più esperti, la pesca secolare cesarina che, generazione dopo generazione, viene tramandata con tecniche e vicende affascinanti. La vita sul peschereccio è fatta di storie, aneddoti, attese, emozioni, fatica. E poi è un’occasione per assaggiare il quataru o quatàra, l’ottima zuppa preparata dai pescatori per le trasferte, il cui nome è dato dal pentolame in rame usato per la cottura. Porto Cesareo sorge lungo la via Sallentina, l’antica via che collegava Taranto con Leuca. Di fondamentale importanza, collegava tutta la Magna Grecia.È un comune a tutti gli effetti solo dal 1975, anno in cui raggiunge l’autonomia, separandosi dal comune di Nardò. Il territorio è tra i più interessanti nel Salento. Un susseguirsi di paesaggi marcati e scanditi dai soldati di pietra. Le ormai famose torri costiere cinquecentesche, tra le più note, Torre Lapillo. Ed è proprio questo territorio, da nord a sud, da Torre Inserraglio a Punta Prosciutto, ad essere dal 1997 l’area marina protetta tra le più ampie in Italia, con ben 32 km. Nell’area protetta potrete ammirare le numerose grotte sommerse. Anche parte dell’entroterra, nel 2006, è diventato Riserva Naturale Regionale “Palude del Conte e Duna Costiera”, tutelando così un sistema di dune e specie rare molto articolato. Il viaggio lento a Porto cesareo prevede tre itinerari: Penisola della Strea – Torre Chianca (8 km) Torre Chianca – Spunnulate di Torre Castiglione (6 km) Torre Castiglione – Punta Prosciutto (4 km) Possono essere fatti a piedi o in bicicletta. Gli itinerari prevedono anche attività di snorkeling e spostamenti sull’acqua. Penisola della Strea – Torre Chianca Il viaggio comincia a sud-est di Porto Cesareo, per scoprire la penisola della Strea: la terra tra due Mari. La penisola è tra i diversi ecosistemi presenti lungo la costa.Diverse sono le piante rare. Gli acquitrini creati dalle maree creano un paesaggio affascinante. Pensate che le grandi rocce sono state trascinate sulla terraferma durante gli tsunami del passato.Arrivati alla sua estremità è possibile ammirare l’isola del Capparone. Dirigendoci verso nord, dopo aver attraversato il piccolo bacino sud e la laguna con il porticciolo turistico, arriveremo al centro abitato della città.La torre costiera, la street commerciale interna e i locali lungo il porticciolo sono il cuore della città. Tra le curiosità, quella relativa alla statua della donna del pescatore. Posta nel 2002, è un omaggio alle mogli in attesa che i pescatori ritornino dal mare. La statua, inaugurata da Manuela Arcuri, è diventata uno strumento di marketing territoriale. Sono in molti a credere che sia lei ad essere rappresentata come una sirena, con una cornucopia nella mano. Impossibile non notare, in mare, l’arcipelago di isolette composto dagli scogli Testa, Mojuso e della Malva, la collina Belvedere e la famosissima Isola Grande.Quest’ultima viene anche soprannominata l’isola dei Conigli. La fitta macchia mediterranea e i pini d’Aleppo sono raggiungibili tramite piccole imbarcazioni sul porticciolo o, per gli avventurieri, a nuoto.L’isola fu anche luogo di culto, dedicato a S. Maria de Cesaria e consacrato alla vita monastica.Oggi è completamente disabitata, mentre qualche anno fa era base di una colonia selvatica di conigli, da cui poi prese il nome. Da lì, vi sembrerà di essere naufragati su un’isola deserta e potrete fare il bagno lungo la spiaggia dalla sabbia bianchissima. Tornati al porticciolo e proseguendo lungo la costa, vi troverete al sito archeologico dello scalo di Furno. Il sito a nord di Porto Cesareo era un villaggio risalente all’età del bronzo. Nel 1932 fu ritrovata una statua egizia (Dio Thout) perduta durante qualche naufragio e oggi esposta al MARTA di Taranto. Il punto d’arrivo dell’itinerario è la Torre Chianca, altra torre costiera che, durante la Seconda Guerra Mondiale divenne postazione di artiglieria, mentre oggi è centro di primo soccorso per le tartarughe marine. Storicamente questo era il tratto di costa degli approdi alla città. Numerose erano le navi lapidarie di passaggio (lapides in latino è pietra, lo Ionio era la rotta dei marmi tra Grecia e Roma, passando per Crotone e Gallipoli). Il fondale sabbioso ha fatto rinvenire nel 1960, tra le due isole, quella della Chianca e della Malva, diverse colonne provenienti dalle cave di pietra dell’isola greca di Eubea.Le colonne, insieme a diverse grotte subacquee (il Camino, la Cattedrale, Tre Archi, Paradiso) sono un punto di riferimento per gli appassionati di snorkeling, tra coralli e praterie sommerse di Posidonia. Torre Lapillo – Spunnulate di Grotte Castiglione Il secondo itinerario parte dalla spiaggia di Torre Lapillo, la cui sabbia bianchissima e il mare dai toni blu e verdi sono noti a tutti. La torre d’avvistamento realizzata da Carlo V per proteggere la costa dai nemici saraceni è oggi tra le icone più note della città ed è conosciuta anche con il nome di San Tommaso.La scalinata aveva originariamente due arcate e terminava con un ponte levatoio. Oggi è luogo culturale e sito di diversi eventi. La spiaggia dorata si alterna alla roccia carsica per arrivare alla torre Castiglione, oggi distrutta e non più visibile nella sua interezza. L’area è di notevole interesse per quelle che vengono definite le spunnulate di Torre Castiglione. La forte erosione carsica ha creato diversi affioramenti della falda. Ecco perchè il nome spunnulate, “sprofondate”. Questo ha però permesso di collegare diversi ecosistemi (salmastri e palustri) via ipogea. Numerose sono le grotte e i laghetti da ammirare, oltre alle specie rare di flora e fauna. La località è molto impervia e poco frequentata, ma merita di essere esplorata. Torre Castiglione – Punta Prosciutto Superata la torre, ad accoglierci c’è la spiaggia di Padula Fede. Un tempo l’area era paludosa, importanti interventi di bonifica vennero realizzati vicino la spiaggia. Oggi è sorto anche un noto maneggio e da qui la spiaggia viene soprannominata la “spiaggia dei cavalli”.Tra scogli e sabbia, incontriamo Punta Grossa e Lido degli Angeli. Qui la costa ionica del Salento mostra tutta la sua bellezza, con acque cristalline e sfavillanti dune. Siamo a Punta Prosciutto. La località di Punta Prosciutto è nota a tutti coloro che popolano il Salento in estate. È tra le spiagge più belle. Segna il confine tra la provincia di Lecce e quella di Taranto. La caratteristica di questa spiaggia è il suo fondale, molto basso e intervallato da piccole depressioni. Probabilmente è questo che dà il nome alla località. Alle spalle sarete circondati dune secolari, con la tipica vegetazione della macchia mediterranea. La punta estrema della spiaggia ha l’area archeologica e l’idrovora, una speciale macchina utilizzata per le bonifiche o le alluvioni. Questa pompa serve infatti ad asportare grandi masse d’acqua. La parte occidentale conserva ancora quelle che erano le Paludi del Conte, Feda e Felicchie. I piccoli bacini e i canali sotterranei sono ancora in funzione e svolgono il loro ruolo di rete ecologica. L’entroterra qui è popolato da numerose masserie (Serra degli Angeli, la Serricella, Chiusurella e il Trullo) e “iazzi”, spazi dedicati alla transumanza e dalla folta vegetazione del Bosco di Serra degli Angeli e la Macchia di Arneo.Il paesaggio annuncia già la Murgia Tarantina che, con i suoi canneti e sorgenti, arriva fino a qui. Il territorio di Porto Cesareo è testimone di epoche dimenticate. Un paesaggio modellato dall’uomo che, alla ricerca della bellezza, lo vive nel duplice rapporto tra acqua e terra che ne modifica costantemente l’aspetto. Buon viaggio lento! 224 224 2399120cookie-checkPorto Cesareono Navigazione articoli L’agricoltura virtuosa è in Piemonte e MarcheSustainability days