Viaggio lento da Sirolo a Monte Conero

Sirolo

Il diamante del Parco del Conero

A 20 km da Ancona, nelle Marche, a sud del Monte Conero, si affaccia sul mare Adriatico la perla del Parco regionale del Conero.

Tra i comuni interessati, Sirolo ha un territorio dalle diverse facce. Tante sono le esperienze da fare. Il paesaggio e le sue spiagge sono sicuramente i suoi punti di forza.

Qui le colline marchigiane, note in tutto il mondo per la loro bellezza, si tuffano in mare non prima di lasciare spazio a spiagge paradisiache. Il patrimonio da scoprire è sì ambientale, ma anche storico e archeologico. Come sempre, lì dove l’uomo e la natura trovano il giusto equilibrio, lo straordinario è assicurato.

Risulta ci fossero insediamenti già in epoca preistorica. Le necropoli (come la Tomba della Regina, dell’età del ferro) a Sirolo testimoniano un passato molto lontano. Forse la presenza umana più remota nella regione delle Marche.

È nota qui la presenza dei Greci, che risalenti dal meridione diedero il nome di Komaros, e dei romani, che invece si stanziarono nella vicina Numana.

Tra le prime costruzioni, sicuramente il Castello con le imponenti mura perimetrali. All’interno, l’impianto viario “a graticcio” è ancora in parte riconoscibile. Era una vera roccaforte autosufficiente, con grotte interne che servivano per l’approvvigionamento dell’acqua.

Durante il medioevo, Sirolo ospitò ordini Francescani e altri ordini monastici che fuggivano dalle persecuzioni in atto. I Conti Cortesi, nobili molto probabilmente di origine germanica, decisero di dare loro in dono, in cima al monte, un terreno dove venne eretta l’attuale Badia di San Pietro al Conero.

Nei primi anni del 200, per ottenere il titolo nobiliare, i Conti decisero di cedere il territorio di Sirolo ad Ancona.

La città fortificata riuscì però a mantenere una certa autonomia, respingendo anche attacchi nemici, come quello dei Malatesta di Rimini, fino alla fine del Seicento e il dominio dello Stato Pontificio.

Il borgo di Sirolo

Prima di partire verso il monte Conero, è possibile ammirare le  architetture storiche di Sirolo. Le vie e le antiche abitazioni sono state conservate nella loro struttura urbanistica.

Sulla piazza troviamo la torre, testimone dell’antica fortezza. Oggi segna le ore e ha sulla sommità una cupola a cuspide.
La torre fa parte della chiesa di San Nicola di Bari. A croce latina con stile neoclassico, la chiesa conserva il crocifisso in legno del Cinquecento e la pala d’altare di Rubens e Carlo Maratta.

Altra chiesa ormai distrutta e di cui resta solo il portale, l’ex chiesa del S.S. Sacramento, nella piazza di Vittorio Veneto. Oggi il portale del Cinquecento è l’ingresso per la taverna un locale molto noto nel comune.

Da qui, l’asse stradale di via Italia ci porterà nel lato opposto del borgo. Dopo aver ammirato i palazzi nobiliari e medievali, in posizione quasi nascosta, c’è la chiesa del Rosario. Realizzata nel Seicento, è caratterizzata da interni barocchi e conserva il crocifisso, portato in processione ogni anno, nel venerdì santo.

La via termina con l’arco gotico, che nel 1050 era la porta della città.
Poco prima dell’ingresso, il Teatro Cortesi (i Cortesi erano i signori di Sirolo nel Medioevo), realizzato nel 1873 in pietra locale, con 220 posti e una galleria con colonne doriche. Il teatro ospita in estate il Premio Nazionale Franco Enriquez.

Oltre al teatro Cortesi, d’estate si anima anche il teatro alle Cave. L’ex miniera è diventata infatti un teatro all’aperto per 3500 persone immerso in uno scenario unico.

Fuori dal borgo, ci sono altri interessanti siti.

Nell’area archeologica “i Pini”, è stata rinvenuta una necropoli. La tomba della Regina, così chiamata, ha un diametro di 40 metri. Sono stati ritrovati anche due carri e numerosi oggetti, presenti nel museo Antiquarium della vicina Numana.

Sul mare svetta la Villa Vetta Marina. Qui soggiornò San Francesco, dove oltre a piantare i due olmi (oggi ancora presenti), predisse la venuta della Santa Casa dalla Palestina a Loreto. La legenda vuole infatti che tra la notte tra il 9 e 10 dicembre, gli Angeli abbiano trasportato la casa della Vergine Maria per conservarla nell’attuale basilica di Loreto.

Le spiagge di Sirolo

A Sirolo, la natura la fa da padrona. Ai piedi del centro storico ci sono le spiagge premiate bandiera blu da diversi anni e famose in tutta Italia. 

Le spiagge di Sirolo in prossimità del centro storico sono due.

  • La spiaggia San Michele, con la Grotta Urbani e i Lavi. Questa tratto di costa, fatto di ciottoli bianchi, è la più frequentata dai turisti.
  • La spiaggia dei Sassi Neri, in continuità con la spiaggia di San Michele, prende il nome da una serie di rocce scure.

Il viaggio lento a Sirolo

Può essere fatto a piedi e, per gli esperti, anche in bici o a cavallo, dal centro storico al Punto panoramico Belvedere Nord, per 6,8 km.

Il viaggio lento non può che partire dalla terrazze di Sirolo. Qui si guarda il Conero dal basso e da lontano è già possibile scrutare i 500m del monte che si erge sul mare in tutta la sua bellezza.
Su piazzale Marino ci sono diversi punti panoramici. Un vero salotto sull’Adriatico dove godere di albe colorate e brezza marina.

Superato il centro storico, si comincia a intravedere, verso via Vallone, la campagna marchigiana. Da qui è possibile cominciare la traversata del Conero.

Il parco del Conero ha numerosi sentieri grazie ai quali è possibile attraversarlo e scoprirlo.
I sentieri sono tutti segnalati con numerazione e frecce direzionali, secondo  gli standard del CAI.
Qui è possibile fare hiking a strapiombo sul mare e immersi nella natura più selvaggia.

Tra i sentieri più noti, c’è sicuramente il sentiero 302, che giunge fino al passo del Lupo e la punta della Croce, da cui è possibile ammirare dall’alto la spiaggia della Marchesina, Pirolo e la spiaggia bianchissima delle due sorelle. Non è possibile andare oltre. Un’ordinanza del sindaco ne vieta la discesa alla spiaggia, a tutela della vostra incolumità e del bene paesaggistico.

La spiaggia delle due Sorelle è nota per i due scogli che si riflettono nel mare e le numerose leggende. La più nota racconta di una sirena che, con la sua bellezza e il suo canto, attirava i marinai per renderli prigionieri nella grotta degli schiavi, aiutata da un demone. Un giorno però il demone venne tramutato per giustizia divina in due scogli gemelli tanto da assomigliare a due sorelle che pregano. La sirena decise così di lasciare la spiaggia.

Altro sentiero da non perdere è il 301, che rappresenta la vera Traversata del Conero.

Lungo questo sentiero, si incontrano le grotte del Mortarolo, uno spazio ipogeo realizzato nella cavità naturale. La leggenda narra che sul terreno nella grotta, alcuni sassi formino la figura di uomo sdraiato, che se spostati, la notte si ricompongano, formando nuovamente la figura originale.

Il sentiero comincia a salire verso la Badia di San Pietro. Prima di arrivare, alcuni scorci a picco sul mare lasceranno i viaggiatori senza parole. Infatti, dal Belvedere Sud, si scorge una nuova prospettiva verso Pirolo e le due sorelle.

Il percorso fino alla Badia è di media difficoltà, ma ombreggiato. L’arrivo sulla sommità vi ripagherà con la vista verso l’infinito e la badia di San Pietro. Realizzata nel Medioevo, fu voluta da alcuni devoti. A tre navate e un abside, è spoglia e priva di decorazioni, ma la pietra locale, con il suo biancore, ne esalta tutta la sacralità e purezza. Nel Cinquecento ospitò i Benedettini che costruirono un monastero nelle vicinanze. Subentrarono i Camaldolesi e i Gonzaghiani che entrarono in conflitto.
In seguito all’episodio dell’incendio del tetto, i gonzaghiani si ritirarono. Nel 1651, con il ritorno dei Camaldolesi, fu realizzata la facciata barocca e poi cadde in rovina fino ad oggi, restaurata e diventata anche struttura ricettiva.

Il percorso termina al Belvedere panoramico nord, con la vista sulla baia di Portonovo e Ancona. Con lo sguardo verso nuovi orizzonti, verso nuovi viaggi lenti da fare.

Buona traversata lenta del Conero!

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