Galatina, la terra delle origini
Il comune di Galatina non ha bisogno di presentazioni. È nota a tutti la sua collocazione, oltre che le sue bellezze.
Una terra che da sempre ha contraddistinto il Salento. Sono qui le origini del rito della Taranta e del dolce pasticciotto, famoso in tutto il mondo.
La città nasce con la costruzione della mura orsiniane. Dal Trecento, infatti, il centro urbano diventa città. Nascono così la famosa piazza e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo.
Fu nel Cinquecento che la città raggiunse la sua massima espansione: 3.000 abitanti popolavano le mura della città.
Numerosi furono gli interventi che utilizzarono la pietra delle cave della vicina Soleto.
Nel corso degli anni, sorsero anche numerose “masserie”, piccole città perfette che offrivano tutti i servizi di cui si necessitava. Si coltivava la terra, si allevavano gli animali e si portavano le materie prime in città, per gli scambi o baratti e per ottenere altri servizi di cui non si disponeva.
Le mura urbiche della città, ancora oggi visibili, erano scandite dalle numerose porte d’accesso che, come per Lecce, annunciavano maestose l’ingresso all’urbe. Le cinque porte erano: Porta Nuova, Porta Maggiore (Piazza S. Pietro), Porta Luce, Porta di S. Caterina (Porta Terra), Porta dei Cappuccini (Porta S. Giorgio).
Con il crescere della popolazione, nell’Ottocento e nei primi del Novecento, la città cominciò ad espandersi in modo armonico fuori le mura e venne attraversata dall’attuale linea ferroviaria.
Le sue tre frazioni (Noha, Collemeto e Santa Barbara) sono piccoli satelliti che ruotano attorno alla città, vivendo in un rapporto spesso anche conflittuale. Il feudo di Noha, nata forse anche prima di Galatina, apparteneva alla nobile famiglia di Pietro De Noha. Collemeto, invece, ebbe da sempre una vocazione religiosa, fin dai bizantini, diversi ordini religiosi popolarono la frazione.
Numerose sono le meraviglie del centro storico di Galatina. Palazzi nobiliari su due piani con cortili interni rifiniti elegantemente popolano le sinuose vie.
Non siamo qui a raccontarvi l’importanza della Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria o della Chiesa Madre dei santi Pietro e Paolo.
Una visita alla cappella e al pozzo di Paolo, dove avviene ogni anno il rito della Taranta, o un giro da Ascalone, per assaporare il pasticciotto, che qui venne creato per la prima volta e oggi noto in tutto il mondo. Non prima di aver guardato la maestosità del castello.
Le origini stesse della città mostrano come la sua tradizione agricola abbia da sempre fatto sviluppare la tendenza di abitare l’agro, con la costruzione di splendide masserie o delle pajare.
Il viaggio lento a Galatina prevede due itinerari che possono essere fatti a piedi o in bici.
- centro storico – grotta del noce, 7,5 km
- centro storico – chiesa di S. Anna, 1,9 km
Centro storico – Grotta delle noci
Superato il centro storico, ci dirigiamo verso il borgo nuovo per raggiungere le campagne galatinesi, direzione zona Specchia di Mosco. L’escursione è un viaggio tra le tradizioni e il paesaggio salentino.
Un paesaggio naturale fatto di storia e tradizioni.
Ci immergiamo nella campagna a mosaico che, come tanti tasselli dalle diverse colture (uliveti, vigneti, orti e seminativi), vi accoglie e travolge.
Qui troveremo la masseria Latronica, la cui posizione permette di immergersi nella natura e ammirare i pascoli. Una masseria per scoprire come nascono i prodotti caseari che regnano nei piatti della tradizione pugliese.
Natura, animali e formaggi per una breve sosta.
Riprendendo il cammino e lasciandoci dietro la meraviglia degli ulivi secolari, afflitti dalla xylella, il paesaggio si fa armonioso.
L’area è ricca di pajare, costruzioni in pietra, tipiche del paesaggio agricolo del Salento.
La tecnica utilizzata è la stessa del muro a secco e il materiale utilizzato, quello rinvenuto durante i lavori nei campi.
Avevano la funzione di ricovero per animali e anche per i contadini, dei ripari temporanei per depositare gli attrezzi del lavoro e approvigionarsi con dell’acqua piovana.
In un’area agricola dal grande pregio, queste architetture, insieme ai muretti a secco e agli ulivi, sono diventate le icone del Salento.
Ultima tappa dell’itinerario è la grotta del Noce, sul confine tra Galatina e Galatone. È impossibile non notarla.
L’enorme albero di noce fonda le sue radici in una grotta carsica. I rami sembrano crescere dal suolo come strani essere animati.
Luogo dalle ricche leggende, la sua cavità. In molti ipotizzano fosse, un tempo, un collegamento diretto con il Castello di Fulcignano.
Le aree attraversate hanno grande fascino. Speriamo che questa bellezza sia preservata.
Centro storico – chiesa di S. Anna
Il secondo itinerario è ai margini del borgo nuovo di Galatina. Qui le vecchie masserie della città si mescolano alle architetture contemporanee e alle nuove ville, realizzate da coloro che vogliono fuggire dal caos cittadino e non rinunciare alla vicinanza dei servizi.
Partenza dalla chiesa di Santa Caterina D’alessandria, con il suo stile romanico e gotico. L’interno è maestoso, grazie ai numerosi dipinti della scuola grottesca. In molti, infatti, trovano analogie con la basilica di San Francesco ad Assisi.
Oltre alla basilica, interessante è il cortile adiacente. Il chiostro quadrato è interamente affrescato.
Superato il centro storico, ci dirigiamo verso la strada provinciale 320, per arrivare alla chiesa e cripta di S. Anna.
È un luogo carico di fede.
Si racconta che, in questo punto, Pietro si riposò su un sasso che ora è stato traslato nell’attuale chiesa dei Santi Pietro e Paolo.
Inoltre, la strada intrapresa era l’unica a collegare Galatina con il santuario di Leuca, lì dove la terra finisce (de finibus terrae) e diventa mare.
Il luogo dove venne prelevato il sasso è segnato oggi da un’edicola votiva. Segna l’ingresso al viale del casale che ospita la chiesa e la cripta di S.Anna.
La cripta viene aperta al pubblico durante i festeggiamenti in onore della Santa (26 luglio). Oggi è di proprietà della masseria S. Anna, alle spalle.
Anche a questo scrigno ignoto si legano molte leggende, ad esempio quella secondo cui fu rifugio durante la guerra e che all’interno ci fossero cunicoli che collegavano la chiesa al centro della città.
Vale la pena immergersi in questa parte di Galatina, dove la religione ha scritto un pezzo importante della sua storia.
Il viaggio lento a Galatina può giungere al termine, non prima di mangiare un altro pasticciotto.
Al prossimo!
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