Alla Scoperta dei Segreti e della Storia Mineraria della Sardegna
Il Cammino Minerario di Santa Barbara è un percorso ad anello di oltre 600 km che parte e arriva a Iglesias, nella Sardegna Sud Occidentale, offrendo un’esperienza unica.
Questa Green Road, già tabellata e lunga circa 360 km, si snoda tra asfalto, strade bianche e tratti di ferrovia dismessa. Attraversa le storiche regioni minerarie dell’Inglesiente, Sulcis e Arburese-Guspinese, rappresentando un’evoluzione importante nel progetto di mobilità sostenibile avviato con il Cammino.
Nel Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, il panorama cambia di tappa in tappa e di stagione in stagione, offrendo scenari mozzafiato e colori vibranti. I percorsi, arricchiti dai profumi delle essenze locali, si estendono a nord fino a Montevecchio e a sud fino a Candiani (Porto Pino). Si pedala tra rovine post-industriali e paesaggi naturali, passando per grotte, scogliere, dune e spiagge ancora sconosciute al turismo di massa, senza dimenticare spettacolari scorci montani, laghi e foreste incontaminate. Non è raro incontrare fauna autoctona, come il cervo sardo, e scoprire comunità locali con tradizioni forti, dove si possono gustare prodotti del territorio unici.
Il cammino è costellato di chiese e cappelle dedicate a Santa Barbara, patrona dei minatori, e include luoghi di grande valore storico e antropologico. Tra questi, la miniera più antica del 1223 a Domusnovas e numerosi siti nuragici e villaggi fantasma. L’UNESCO ha riconosciuto questa ricchezza come Patrimonio dell’Umanità.
Recentemente, la Regione Sardegna ha ottenuto il primo piazzamento all’Oscar del Cicloturismo, con una menzione di Legambiente all’IGRAW2024. Questo cammino non è solo un viaggio nella millenaria epopea mineraria della Sardegna, ma anche un atto di riscatto per una regione segnata da un’economia carbonifera in transizione ecologica, proiettando un futuro alternativo basato su accoglienza, identità e cura del paesaggio.
Le Tappe del Cammino Minerario di Santa Barbara
Il Cammino Minerario di Santa Barbara si sviluppa attraverso 30 tappe, offrendo una panoramica unica del patrimonio minerario e paesaggistico della Sardegna. Ecco una sintesi delle tappe:
Tappa 01 – Da Iglesias a Nebida
La prima tappa inizia a Iglesias, una città con un ricco passato minerario, e prosegue verso Nebida, famosa per le sue spettacolari scogliere e l’industria mineraria storica.
Tappa 02 – Da Nebida a Masua
Il percorso continua lungo la costa da Nebida a Masua, offrendo splendide viste sul mare e l’opportunità di esplorare i resti delle miniere di zinco.
Tappa 03 – Da Masua a Buggerru
Da Masua, il cammino scende verso Buggerru, noto per le sue spiagge e le antiche infrastrutture minerarie che raccontano la storia di un tempo.
Tappa 04 – Da Buggerru a Portixeddu
La quarta tappa si dirige da Buggerru a Portixeddu, caratterizzata da paesaggi costieri affascinanti e un’abbondanza di storia mineraria.
Tappa 05 – Da Portixeddu a Piscinas
Proseguendo, il cammino porta da Portixeddu a Piscinas, celebre per le sue dune di sabbia e le miniere che hanno caratterizzato la zona.
Tappa 06 – Da Piscinas a Montevecchio
Da Piscinas, il percorso si sposta verso Montevecchio, un’importante area mineraria con strutture storiche da esplorare.
Tappa 07 – Da Montevecchio a Arbus
Il cammino prosegue da Montevecchio a Arbus, attraversando paesaggi montuosi e aree minerarie significative.
Tappa 08 – Da Arbus a Perd’e Pibera
Da Arbus, il percorso conduce a Perd’e Pibera, con viste suggestive e un’immersione nella tradizione mineraria della regione.
Tappa 09 – Da Perd’e Pibera a Villacidro
Il viaggio continua da Perd’e Pibera a Villacidro, un’importante tappa per scoprire le miniere storiche e le attrazioni locali.
Tappa 10 – Da Villacidro a Monti Mannu
Da Villacidro, il cammino si dirige a Monti Mannu, con paesaggi montani e forestali che offrono un contrasto affascinante con le aree minerarie.
Tappa 11 – Da Monti Mannu a Arenas
Il percorso da Monti Mannu ad Arenas include esplorazioni di aree naturali e storiche, arricchendo l’esperienza con elementi culturali.
Tappa 12 – Da Arenas a Su Mannau
Proseguendo da Arenas a Su Mannau, il cammino offre la visita a grotte affascinanti e a strutture minerarie storiche.
Tappa 13 – Da Su Mannau a San Benedetto
Da Su Mannau, il cammino si dirige a San Benedetto, combinando bellezza naturale e storia mineraria.
Tappa 14 – Da San Benedetto a Marganai
Il percorso continua da San Benedetto a Marganai, attraversando aree di rilevanza storica e mineraria.
Tappa 15 – Da Case Marganai a Domusnovas – Musei
Da Case Marganai, il cammino si dirige a Domusnovas e Musei, offrendo visite a siti archeologici e minerari di grande importanza.
Tappa 16 – Da Musei a Orbai
Da Musei, il percorso prosegue verso Orbai, esplorando miniere storiche e panorami naturali affascinanti.
Tappa 17 – Da Orbai a Rosas
Il cammino continua da Orbai a Rosas, con visite a siti minerari e paesaggi suggestivi.
Tappa 18 – Da Rosas a Nuxis
Da Rosas si arriva a Nuxis, scoprendo le tradizioni minerarie e la bellezza del paesaggio locale.
Tappa 19 – Da Nuxis a Santadi
Il viaggio prosegue da Nuxis a Santadi, con esplorazioni di luoghi storici e minerari significativi.
Tappa 20 – Da Santadi a Is Zuddas
Da Santadi, il cammino si dirige a Is Zuddas, con visite a grotte affascinanti e attrazioni naturali.
Tappa 21 – Da Is Zuddas a Masainas
Il percorso continua da Is Zuddas a Masainas, esplorando miniere storiche e paesaggi circostanti.
Tappa 22 – Da Masainas a Candiani
Da Masainas si raggiunge Candiani, con un percorso che include miniere e attrazioni locali.
Tappa 23 – Da Candiani a Tratalias
Il cammino da Candiani a Tratalias offre visite a siti minerari e storici, arricchendo l’esperienza con elementi culturali e naturali.
Tappa 24 – Da Tratalias a Sant’Antioco
Da Tratalias, il percorso conduce a Sant’Antioco, con panorami storici e naturali di grande fascino.
Tappa 25 – Da Sant’Antioco a Carbonia
Il cammino prosegue da Sant’Antioco a Carbonia, una città chiave nella storia mineraria, con numerose attrazioni storiche.
Tappa 26 – Da Carbonia a Nuraxi Figus
Da Carbonia, si arriva a Nuraxi Figus, esplorando antiche miniere e aree di rilevanza storica.
Tappa 27 – Da Nuraxi Figus a Carloforte
Il viaggio continua da Nuraxi Figus a Carloforte, con visite a importanti siti minerari e panorami suggestivi.
Tappa 28 – Da Carloforte a Portoscuso
Da Carloforte, il cammino si dirige verso Portoscuso, attraversando paesaggi costieri e storici.
Tappa 29 – Da Portoscuso a Bacu Abis
Da Portoscuso si raggiunge Bacu Abis, esplorando aree minerarie e naturalistiche di grande interesse.
Tappa 30 – Da Bacu Abis a Iglesias
Infine, il cammino ritorna a Iglesias, completando il percorso circolare e riflettendo sulla ricca storia mineraria e naturale della Sardegna.
La Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara
Il progetto del Cammino Minerario di Santa Barbara, che ha già suscitato l’interesse di numerosi escursionisti, ha portato alla creazione della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, responsabile della gestione e promozione del percorso. Il 17 dicembre 2016, dopo i risultati positivi della fase iniziale e l’entusiasmo manifestato da operatori del settore e pellegrini, i partner del progetto hanno deciso di costituire ufficialmente la fondazione.
I soci fondatori della Fondazione includono i Comuni di Arbus, Buggerru, Carbonia, Fluminimaggiore, Giba, Gonnesa, Gonnosfanadiga, Guspini, Iglesias, Masainas, Musei, Narcao, Nuxis, Piscinas, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant’Antioco, Tratalias, Villacidro, Villamassargia e Villaperuccio, insieme all’“Associazione ONLUS Pozzo Sella Per il Parco Geominerario”. Anche le Diocesi di Iglesias e Ales-Terralba hanno aderito alla Fondazione come soci partecipanti.
La Fondazione è incaricata di implementare, promuovere e gestire il cammino. Tra le sue principali funzioni rientrano il rilascio delle credenziali, la fornitura delle tracce GPS e l’installazione della segnaletica provvisoria e definitiva. È inoltre responsabile della manutenzione del percorso e della diffusione di tutte le informazioni utili per una fruizione ottimale.
Essendo un’organizzazione senza scopo di lucro, la Fondazione destina interamente i proventi delle sue attività al raggiungimento degli obiettivi statutari. Il patrimonio iniziale è costituito da conoscenze, studi, rilievi e documentazione, inclusi il marchio e il dominio internet del cammino, conferiti gratuitamente dall’“Associazione Pozzo Sella”. Il fondo di dotazione è creato grazie ai contributi finanziari dei soci fondatori.
La creazione della Fondazione rappresenta un’importante conquista, frutto del lavoro e della dedizione di volontari e istituzioni locali. Il progetto ha visto una significativa collaborazione tra i Comuni coinvolti, che con delibere unanimi hanno deciso di costituire la Fondazione, promuovendo così un forte senso di coesione sociale e territoriale.
La Storia
L’idea di creare un grande itinerario nel Sulcis Iglesiente Guspinese, la parte più estesa e rappresentativa del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, è nata dai volontari dell’Associazione ONLUS Pozzo Sella Per il Parco Geominerario.
Questo progetto ha preso forma grazie alla significativa partecipazione dei cittadini alle escursioni organizzate dalla stessa associazione, che in precedenza aveva reso accessibili numerosi percorsi minerari.
Fondata il 5 novembre 2001 nei sotterranei del Pozzo Sella della miniera di Monteponi, l’Associazione Pozzo Sella è il risultato della lotta che ha portato all’istituzione del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. L’associazione si propone di contribuire allo sviluppo del Parco, valorizzare le aree minerarie dismesse della Sardegna, coinvolgere i giovani e creare opportunità di lavoro all’interno del Parco stesso.
Il Cammino Minerario di Santa Barbara nasce con l’intento di tramandare la memoria degli uomini che, nei secoli e millenni passati, hanno realizzato e percorso gli antichi cammini minerari.
L’obiettivo è riscoprire, a passo lento, la bellezza del territorio. A seguito della sottoscrizione di un Protocollo d’intesa, che ha coinvolto numerosi comuni (tra cui Iglesias, Buggerru, Fluminimaggiore e Arbus), le Diocesi di Iglesias e Ales-Terralba, le Province di Carbonia-Iglesias e Medio Campidano, il Consorzio del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, l’ANCI SARDEGNA e l’Associazione Pozzo Sella, è costituito un partenariato per la creazione e gestione dell’itinerario storico, culturale, ambientale e religioso chiamato “Cammino Minerario di Santa Barbara.”
Grazie al sostegno dei firmatari del protocollo e al contributo di numerosi volontari, è avviato un intenso lavoro di ricerca e rilievo sul terreno. Questo lavoro ha incluso la definizione dell’itinerario, gli interventi necessari per il suo recupero (attualmente in corso), la progettazione della segnaletica definitiva e l’installazione di quella provvisoria, oltre all’inventario del patrimonio lungo il percorso e all’organizzazione complessiva del Cammino.
Alla Scoperta degli Antichi Cammini Minerari
Dal Neolitico antico fino ad oggi, l’area sud-occidentale della Sardegna ha visto un intenso rapporto tra l’uomo e il sottosuolo.
Inizialmente, le persone cercavano rifugio e sepoltura nelle cavità naturali e nelle domus de janas. Con l’età nuragica (1500-800 a.C.), l’attenzione si spostò verso l’estrazione mineraria.
L’attività estrattiva ha lasciato tracce profonde nel territorio, soprattutto nella rete viaria creata per trasportare i minerali. Queste antiche vie includono carrarecce e mulattiere, costruite fin dal periodo fenicio-punico e romano, strade lastricate e ponti in pietra dell’età romana, e sentieri usati dai minatori.
Nel tempo, si svilupparono piste armate con binari per i vagoni e, nell’Ottocento, ferrovie per collegare le miniere ai porti. Infine, strade sterrate e asfaltate furono costruite per collegare miniere e villaggi ai centri urbani.
Molte di queste strutture sono state dimenticate. Tuttavia, i volontari dell’Associazione Pozzo Sella le hanno mappate, grazie alla cartografia storica e alle testimonianze dei minatori. Oggi, attraverso il Cammino Minerario di Santa Barbara, è possibile riscoprire questi antichi percorsi, che fin dal Neolitico hanno visto il passaggio di numerose civiltà.
Storia delle Miniere
Intorno al II millennio a.C., iniziò lo sfruttamento dei minerali di piombo e argento nelle aree dell’Iglesiente, del Sarrabus e della Nurra, dove sorsero le prime officine fusorie. Durante l’età nuragica, il commercio di minerali metalliferi si diffuse tra i popoli del Mediterraneo, e le popolazioni locali svilupparono solide basi minerarie e abilità metallurgiche, come dimostrano i bronzetti nuragici.
L’invasione fenicio-punica continuò a sfruttare le miniere metallifere sarde, e queste escavazioni rimasero visibili fino all’Ottocento, prima di essere cancellate dalla moderna industria estrattiva. Dopo la conquista romana nel 138 a.C., le miniere furono scavate più a fondo, con l’impiego di schiavi e tecniche avanzate. Roma fondò città minerarie come Plumbea e Metalla, e costruì officine fusorie, concentrandosi principalmente nell’Iglesiente.
Con la caduta dell’Impero romano, l’attività mineraria declinò. Solo nel XII secolo, grazie al conte Ugolino della Gherardesca, si ebbe una ripresa, con la trasformazione di Villa di Chiesa (Iglesias) in una città mineraria. Successivamente, gli Aragonesi ridimensionarono l’estrazione e impiegarono i minatori iglesienti in Catalogna.
Nel 1720, sotto i Savoia, le miniere furono affidate a concessionari che si limitarono allo sfruttamento dei filoni più ricchi. Tuttavia, nella seconda metà dell’Ottocento, l’industria mineraria sarda si espanse rapidamente per soddisfare la crescente domanda di metalli. Le grandi miniere dell’Iglesiente e del Guspinese, come Monteponi e Montevecchio, divennero centri di produzione intensiva.
Alla fine dell’Ottocento, la Sardegna copriva quasi tutto il fabbisogno italiano di piombo e zinco. Nonostante le difficoltà del ‘900, l’industria mineraria resistette fino alla Prima Guerra Mondiale, che ridusse drasticamente l’attività. Negli anni ’50, la produzione riprese, ma la perdita di competitività portò, negli anni ‘60, alla chiusura delle miniere. Lo Stato e la Regione divennero gli unici gestori, ma non riuscirono a invertire il declino, portando alla chiusura definitiva delle miniere a metà degli anni ‘90.
Un Parco che Nasce da una Lotta Sotto Terra
La cessazione dell’attività estrattiva in Sardegna si concluse dopo una lunga crisi, iniziata nei primi anni Sessanta e segnata da dure lotte sindacali. Durante questo periodo, il ricco patrimonio industriale delle miniere, progressivamente dismesse, fu trascurato, portando alla distruzione di molte strutture e attrezzature.
Negli anni Ottanta, alcune associazioni di volontariato pertanto iniziarono a promuovere l’idea di un Parco Geominerario per preservare e valorizzare questo patrimonio. Nei primi anni Novanta, si avviarono i primi interventi di recupero.
Un impulso decisivo arrivò nel 1998, quando l’UNESCO, su proposta del Governo italiano e della Regione Sardegna, riconobbe l’importanza di questo patrimonio, portando alla sottoscrizione della Carta di Cagliari. Questo documento impegnava i firmatari a istituire formalmente il Parco Geominerario.
Nonostante il riconoscimento dell’UNESCO, l’istituzione del Parco fu difficile. Una mobilitazione popolare pacifica, sostenuta da una protesta durata un anno nei sotterranei della miniera di Monteponi a Iglesias, portò infine alla sua creazione. La protesta, iniziata il 5 novembre 2000 e conclusa il 6 novembre 2001, vide anche l’occupazione del Pozzo Sella da parte del consigliere regionale Pietro Pinna, insieme a 500 lavoratori precari.
Tuttavia grazie a questa lotta, si ottennero:
- L’istituzione del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.
- Il decreto istitutivo del Parco.
- Fondi nazionali per la gestione e bonifica delle aree minerarie dismesse.
- L’assunzione a tempo indeterminato di 500 lavoratori.