Otranto

La porta d’oriente, alla scoperta dei laghi e del faro più famoso del Salento

La città di Otranto non ha bisogno di presentazioni. Se Polignano è la perla dell’Adriatico, Otranto è una splendida regina che vi accoglie alla sua corte ogni volta che volete entrare in un mondo fantastico.

Il centro storico si adagia lungo la costa. Con i suoi livelli, vi mostrerà paesaggi inediti sul porto e sul mare. Due elementi contraddistinguono il suo skyline: il castello Aragonese e la cattedrale di Santa Maria Annunziata, famosa per i suoi mosaici, dove mistero e religione si uniscono per generare meraviglia.

Da qui, attraversato il torrente Idro, la spiaggia e il lungomare con le barche del porto turistico vi mostreranno il rapporto di reciproco scambio con il centro storico.
Turisti e persone in cerca di sole e relax tutto l’anno sono la duplice anima del borgo. L’elemento principale è sempre lui, il mare, che con il suo vibrare arricchisce la città in tutte le ore della giornata, fino a regalarvi giochi di luci al tramonto e riflessi notturni la sera.

Ed è proprio l’acqua che da origine alla parola Otranto (Hydruntum). La città è sempre stata un centro d’accoglienza e di pace, tanto da essere inserita nel 2010 nel programma di pace UNESCO.

Il nostro viaggio lento non è solo un invito a scoprire il centro storico della città di Otranto.

Pronti per la scoperta delle ricchezze territoriali di Otranto? Si parte.

All’interno del parco naturale regionale della “costa Otranto – S.M. di Leuca”, vi proponiamo due percorsi: uno verso nord, direzione Laghi Alimini, l’altro a sud, verso il faro di Punta Palascia.


I laghi a nord

Partenza dal centro storico di Otranto, direzione laghi di Alimini. 

Il primo percorso ha una lunghezza di circa 8 km e può essere fatto in bici o a piedi. Direzione nord di Otranto.

Otranto è situata nelle cosiddette serre salentine. Dimenticate l’immagine del territorio del Salento come completamente pianeggiante. Le serre sono appunto elevazioni collinari che si estendono tra i due mari Ionio e Adriatico.

Dopo pochi chilometri nell’entroterra, alla scoperta delle campagne pugliesi, un piccolo sentiero vi porterà sulla costa.

Attraversando una passerella in legno si raggiunge la piccola spiaggia di Mulino d’Acqua. Nelle vicinanze, a strapiombo nel mare (20 metri), la scogliera si apre in quella che viene definita la grotta Sfondata. 

Raggiunta nuovamente la strada, il paesaggio che ci circonda è quello dell’area naturale tra le più belle nel Salento. Siamo ai Laghi Alimini, alla famosa Baia dei Turchi. Il percorso per arrivare è sinuoso all’interno della pineta, il paesaggio all’arrivo vi lascerà senza parole. Un bagno nei colori di Puglia, il blu del mare e il bianco della sabbia, vi ripagherà di tutte le fatiche. 

La spiaggia dopo Baia dei Turchi è quella Alimini, famosa anche per il relitto “Dimitros” che si incagliò nel 1978, oggi ancora visibile (nei pressi del lido “i due Mori”) .

La spiaggia prende il nome dai due laghi naturali chiamati Alimini Grande e Alimini Piccolo. Questi hanno caratteristiche differenti, dovute alla loro posizione. Il lago Alimini Grande è salato perché alimentato dal mare, mentre Alimini Piccolo è di acqua dolce.
I luoghi attorno ad essi sono perfetti per fare trekking o escursioni a cavallo, magari percorrendo la via Traiana (prolugamento della via Appia che terminava a Brindisi), che passa proprio da qui.


Il lago a sud

Il secondo itinerario parte dal centro storico di Otranto, direzione faro di Punta Palascìa. 

È sicuramente il percorso più conosciuto per fare hiking. In pochissimi chilometri troverete due paesaggi completamente diversi (vi sembrerà di essere su Marte e poi in Irlanda).

Superato il centro storico, la costa rocciosa e la spiaggia di Calamuri vi porteranno dritti su uno dei punti panoramici per eccellenza (altro punto panoramico è sicuramente la Torre Sant’Emiliano).

Il nome di Torre del Serpe, voluta da Federico II, è legato alla leggenda che racconta di un serpente che di notte saliva sulla lanterna del faro per bere l’olio che lo alimentava.
Dopo il tranello da parte degli abitanti, che lo attirarono e uccisero, la compagna del serpe decise di avvolgere la torre e stringerla così tanto fino a distruggerla. La sua forma circolare è oggi ancora visibile, viene rappresentata nello stemma della città con un serpe nero avvolto attorno.

Dopo pochi metri sarà il monumento di Papa Giovanni Paolo II ad introdurvi verso la cava di bauxite. Il rosso del minerale vi trasporterà in un’altra dimensione. Siamo nella baia di orte. La cava, utilizzata fino agli anni ’70, è oggi dismessa, la sua cavità ha generato un laghetto arricchito da piante acquatiche. I colori qui passano dal verde del lago al rosso della terra, al blu del mare.

Impossibile resistere. Tanti sono i colori che si vogliono immortalare in un ricordo, cercando il punto migliore per uno scatto. Questo è forse tra i punti più fotografati nel Salento. D’altronde è come essere in un film o forse su Marte.

Lasciata la cava, è tempo di dirigersi al faro.

Punta Palascìa è la località più a Oriente d’Italia. Non sorprendetevi, oltre il faro, spesso, è visibile l’Albania e i vostri cellulari potrebbero segnalarvelo. Il luogo è su più livelli, una piccola passeggiata vi porterà ai piedi del faro e sulla terrazza del punto ristoro accanto. Sicuramente il faro è il diamante del capo d’otranto. 

L’alba è un momento che tutti aspettano in estate e non solo. Qui, la notte di capodanno, in tantissimi si radunano per vedere la prima alba del nuovo anno e sentire le musiche nell’evento definito Alba dei popoli, richiamando quel legame di accoglienza e incontro tra culture che contraddistingue la città.

Il faro è un posto pieno di energia, profumi e colori che vi lasceranno stupiti. Questo è il punto per fare una sosta non solo fisica, ma anche interiore, ricaricare le energie e partire per un nuovo viaggio lento.

Buon cammino!

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