Reportage dal Salento

Il turismo tra tradizioni, eventi, successi, insuccessi e sfide

Nel pieno dell’estate 2023, le temperature non sono l’unica cosa “calda” nei nostri territori: le notizie, i dati e gli eventi sono anch’essi oggetto di grande interesse.

Il Salento si conferma una delle mete più popolari dell’estate 2023, ma non si può ignorare il fatto che questo successo abbia suscitato preoccupazioni riguardo al futuro.

Gli abitanti, la politica e i giornalisti, interpretando gli ultimi dati, lanciano campanelli d’allarme riguardo al turismo e allo sviluppo dei territori nel Salento, poiché sembrano procedere su binari differenti.

Per comprendere meglio questo fenomeno e tracciare una prospettiva più completa, Drintle ha deciso di realizzare un reportage che offre una visione dall’interno, riletta attraverso le esperienze degli abitanti, ripercorrendo 40 anni di eventi che si sono intrecciati e che hanno portato tutti a parlare del Salento.

Durante questo viaggio cercheremo di comprendere come il turismo abbia influenzato lo sviluppo della regione e quali sfide debbano essere affrontate per garantire un futuro sostenibile e prospero.

Indice
Come va il turismo in Puglia e nel Salento
L’economia della Puglia e della provincia di Lecce
Perchè scegliere il Salento
Quanti turisti nel Salento: dati ufficiali e il sommerso
Evoluzione del turismo nel Salento nel corso degli anni
Il ruolo degli abitanti del Salento nel turismo
Abitanti e Turisti: Un rapporto di amore e odio
La “dolce vita” in Salento
Gli aspetti positivi del boom turistico nel Salento
La terra dei grandi eventi
I personaggi chiave del turismo nel Salento
L’importanza della cultura, del design, della moda e dell’artigianato
Il cibo
L’accoglienza e la promozione sono digitali?
Il turismo in Salento nel 2023
Il “purché se ne parli”
Le sfide e le problematiche del turismo nel Salento
Gli errori commessi 
Il turismo fonte di reddito e di sviluppo?
Sei invitato in un territorio magico

Come va il turismo in Puglia e nel Salento

Partire dai dati è fondamentale per ottenere una prospettiva scientifica riguardo al turismo nella regione. Rileggere, interpretare e raccogliere i dati odierni è diventato essenziale nel mondo dei “data”, dove informazioni e statistiche sono diventate strumenti di scambio utilizzati dai players e multinazionali a discapito delle persone.

Sebbene i dati del 2023 per la Puglia e il Salento non siano ancora disponibili, le previsioni e i dati degli anni precedenti parlano chiaro.

L’osservatorio regionale di Puglia Promozione, attivo dal 2015, ha registrato una costante crescita del turismo in Puglia, con un dato negativo nel 2020 a causa della pandemia, seguito da una ripresa nel 2022 rispetto al 2019.

Nel 2022, il 70% dei turisti erano italiani e il restante 30% proveniva dall’estero, dimostrando l’efficacia delle strategie di internazionalizzazione.

L’esplosione del turismo nel Salento: numeri e località in crescita

Nel Salento, i dati raccontano una crescita esponenziale del settore turistico. La provincia di Lecce attrae il 27% degli arrivi e il 31% delle presenze turistiche regionali.

L’aumento dei flussi turistici ha portato a un incremento della ricettività nella regione, con Lecce, Gallipoli, Otranto e Porto Cesareo che vantano oltre 200 strutture ricettive.

Anche Ugento, Neviano e Melendugno superano le 100 strutture, mentre Galatina e Salve contano più di 50 strutture.

Le località salentine che primeggiano per gli arrivi turistici sono Lecce, Otranto, Gallipoli e Ugento, con turisti principalmente provenienti da Germania e Francia. Si registra un notevole aumento nel mercato Svizzero e Americano.

Nel 2022, l’aeroporto di Brindisi ha contato oltre 3 milioni di passeggeri.

L’indice di gradimento per il Salento è al 86,6%, con numerose località nella top ten per arrivi turistici, tra cui Ugento, Lecce, Otranto, Gallipoli, Melendugno, Porto Cesareo, Nardò, Salve, Castrignano del Capo e Vernole.

Dall’altro lato, i comuni meno visitati includono Melissano, Sanarica, Taurisano, Soleto e, in ultima posizione, Botrugno con sole 36 presenze.

L’economia della Puglia e della provincia di Lecce

Il rapporto annuale di Banca d’Italia offre uno sguardo approfondito sull’economia della regione Puglia.

Nel 2022, l’economia pugliese è cresciuta, seppur con un settore industriale indebolito a causa dell’inflazione e dei costi dell’energia.

Tuttavia, il futuro si prospetta promettente con l’arrivo dei nuovi fondi del PNRR e l’introduzione delle Zone Economiche Speciali (ZES), che offriranno semplificazioni normative e agevolazioni fiscali alle aziende.

Le costruzioni hanno registrato una crescita, spinta dall’iniziativa privata, mentre il settore agricolo ha subito una dinamica negativa a causa dell’aumento dei costi delle materie prime.

L’occupazione è aumentata grazie al settore delle costruzioni, ma la disoccupazione rimane ancora elevata, con il 32% di disoccupati, un valore superiore alla media nazionale.

La disoccupazione giovanile, in particolare, rimane alta in tutta la regione, con Taranto che segna anche un preoccupante 65% tra le donne.

L’economia nel Salento: stessi problemi, nuove economie e cambiamenti nel tessuto imprenditoriale

Nel Salento, la situazione riguardo alla disoccupazione giovanile è particolarmente critica, con il 25,5% dei giovani tra i 15 e i 24 anni disoccupati (14,7% tra gli uomini e 37,8% tra le donne). Il saldo tra natalità e mortalità delle imprese rimane positivo, ma il tessuto imprenditoriale resta frammentato e le microimprese spesso perdono competitività.

Il settore della ristorazione e dei servizi di alloggio ha registrato un aumento delle imprese, seppur solo in termini quantitativi (44%), mentre la qualità rimane una sfida.

La tradizionale vocazione agricola e manifatturiera del territorio è stata sostituita, in larga misura, dalla crescita del settore turistico e dei servizi.

Oltre alle sfide economiche, va sottolineato che la Puglia ha perso ben 130.000 residenti dal 2012 al 2022, segnalando problemi di denatalità, spopolamento e invecchiamento anche nella provincia di Lecce.

Alcuni comuni, come Morciano di Leuca, hanno visto una perdita del 12% dei residenti in soli dieci anni, mentre nella parte interna tra Gallipoli e Otranto si registrano picchi di -120% nello stesso periodo.

Perchè scegliere il Salento

Spiegare l’importanza del Salento come meta turistica è una sfida, poiché i motivi per cui scegliere questa terra sono molteplici e affascinanti. Il Salento è in grado di catturare l’immaginazione come una sirena, portandoti in un viaggio affascinante tra le meraviglie del mare e delle sue coste.

Il turismo balneare è senza dubbio uno dei punti di forza del Salento. Con ben 2 approdi e 6 bandiere blu, e due prestigiose bandiere 5 vele, il territorio vanta spiagge e mari tra i più belli d’Italia, rendendolo una vera penisola felice. Porto Selvaggio, ad esempio, è stata nominata la spiaggia più amata d’Italia da Holidu e TikTok.

Oltre alle incantevoli spiagge, il Salento vanta una ricchezza di borghi storici incantevoli, come Otranto, Presicce-Aquarica e Specchia, insigniti del titolo di “Borghi più belli d’Italia“. Specchia e Corigliano d’Otranto sono anche riconosciuti con le bandiere arancioni, simbolo di autenticità e accoglienza.

La cucina salentina è un’altra ragione imperdibile per visitare la regione. Con pregiati prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP), come l’olio e l’uva Terra d’Otranto e la patata novella di Galatina, il Salento regala sapori unici e autentici. Le piantagioni di fichi d’india e i caratteristici muretti a secco, riconosciuti come patrimonio UNESCO, aggiungono un tocco di fascino alla campagna salentina.

Il clima del Salento, sebbene più umido rispetto ad altre zone della Puglia, regala un’abbondanza di sole durante tutto l’anno. Le sue coste ioniche e adriatiche offrono paesaggi diversi ma altrettanto affascinanti, accogliendo i visitatori in un abbraccio caloroso.

La natura del Salento è protetta e preservata attraverso 5 parchi regionali, 1 area marina protetta, 2 riserve statali, 1 riserva regionale e 34 siti rete natura 2000. La bellezza incontaminata di questi luoghi è una gioia per gli occhi e offre opportunità uniche per esplorare la flora e la fauna locali.

Ma ciò che rende il Salento veramente speciale è il suo capitale umano. Le persone del Salento sono accoglienti, calorose e fiere della propria cultura e tradizioni.

Infine l’architettura salentina, con i suoi stili unici e l’uso pregiato della pietra leccese, risplende al sole e trasmette un senso di autenticità e familiarità.

Quanti turisti nel Salento: dati ufficiali e il sommerso

Nel 2022, il Salento ha accolto oltre 1 milione di turisti, registrando quasi 5 milioni di presenze totali.

Il comune di Ugento si è distinto con un aumento senza precedenti, superando il capoluogo di provincia in termini di presenze, con un totale di 908.740 turisti rispetto alle 686.218 di Lecce.

La lunga rivalità tra Gallipoli e Otranto si è conclusa con Otranto che si è rivelata la località preferita.

Melendugno, sul lato adriatico, e Porto Cesareo e Nardò, sul lato ionico, restano le località balneari più amate.

Alcune destinazioni emergenti includono Salve (Torre Vado-Pescoluse), Castrignano del Capo (Santa Maria di Leuca), Vernole (Riserva le Cesine), Santa Cesarea Terme e Morciano di Leuca (Torre Vado). Nota meritevole è il successo di Minervino di Lecce, pur non essendo situato direttamente sulla costa, grazie alla sua vicinanza ad altre rinomate località come Porto Badisco.

Galatina e Cutrofiano sono i borghi interni più visitati, sostenendo l’offerta turistica della provincia.

Altri comuni, come Alliste, Giurdignano, Cannole, Leverano e Sannicola, fungono da punti di collegamento strategici tra le principali località balneari, come Ugento, Porto Cesareo, Otranto e Gallipoli.

Tuttavia, è importante considerare anche il fenomeno del turismo sommerso e dell’abusivismo. Una ricerca condotta da Sociometrica ha analizzato le presenze turistiche non ufficiali, rivelando una situazione diversa.

Porto Cesareo, ad esempio, ha registrato un’incremento del 300% rispetto alle presenze ufficiali, seguito da Nardò con il 225% e Gallipoli con il 204%. Questi dati indicano una significativa presenza non registrata, soprattutto lungo l’arco ionico.

L’afflusso turistico nel Salento è in costante crescita, ma è essenziale monitorare anche il turismo sommerso per avere una visione completa e accurata del settore.

Evoluzione del turismo nel Salento nel corso degli anni

L’evoluzione del turismo nel Salento nel corso degli anni ha segnato una trasformazione significativa del territorio.

Nel XIX secolo, la regione del “Grande Salento” godeva di un PIL paragonabile a quello di Milano e vantava una notevole industrializzazione, ma nel corso del Novecento, ha sperimentato una fase di de-industrializzazione. Il settore tessile e metallurgico sono rimasti le principali fonti di occupazione.

Il turismo nel Salento ha iniziato a prendere piede solo negli anni ’80 ed è stato un processo sociale ed economico non uniforme su tutto il territorio, con alcune aree rimaste inalterate. La storia del turismo inizia dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la produzione del tabacco ha contribuito alla crescita economica della regione.

Successivamente, l’olio d’oliva divenne la coltura principale, ma a causa delle evoluzioni del mercato, il turismo ha assunto un ruolo predominante nell’economia salentina.

Le prime esperienze turistiche nel Salento sono state correlate al benessere economico della seconda metà del Novecento. Il territorio era diviso in due città: la città costiera e quella nell’entroterra. Le seconde case, utilizzate principalmente per la stagione balneare, divennero un fenomeno comune con l’aumento della classe media, portando a un consumo del suolo sulle coste.

Fattori esterni, come le tensioni geopolitiche nel Mediterraneo e la pandemia, hanno spinto i viaggiatori verso il turismo interno e locale. Le seconde case rappresentano una parte significativa degli immobili registrati al catasto, con oltre 530.000 abitazioni, il che riflette l’importanza e l’impatto del turismo extralberghiero nella provincia.

L’evoluzione del turismo nel Salento ha lasciato un segno indelebile sulla sua economia e sulla sua cultura, trasformando il territorio in una rinomata destinazione turistica nel panorama italiano.

Il ruolo degli abitanti del Salento nel turismo 

Dire che i Salentini non hanno contribuito al turismo è errato.

L’occupazione selvaggia dei territori lungo la costa è avvenuta nel boom economico. Gli abitanti hanno rincorso il sogno della seconda casa al mare, segnando l’epoca del passaggio dall’agricoltura al benessere diffuso.

Le case di villeggiatura si sono presto riempite di amici e parenti.

L’ospitalità, da sempre radicata nel DNA dei pugliesi, ha contribuito a creare un ambiente accogliente per i turisti.

La provincia di Lecce ha sempre accolto e tratto ricchezza dallo “straniero”. La donna salentina, emblema dell’accoglienza e della dedizione nelle attività quotidiane incarna questo spirito ospitale. Tuttavia, è essenziale evitare di ridurre la sua figura a un mero gadget turistico. La donna salentina è una figura attiva, che non rinuncia alla propria identità e autenticità.

Il turismo nel Salento è stato anche sostenuto dalle colonie marine, come la Colonia “Trieste” ai Laghi Alimini, a Otranto, e la Colonia marina “Luigi Scargilia” a Santa Maria di Leuca. A queste architetture vanno sommati i centri termali, le chiese e le splendide ville della classe agiata.
Lungo la costa, i villaggi di pescatori divennero presto frazioni, portando alla nascita delle “stazioni” balneari, sostituite poi dai primi stabilimenti balneari (gli attuali lidi).

Il turismo nel Salento coinvolgeva anche viaggiatori locali, che si spostavano tra borghi o raggiungevano le seconde case al mare. Questi primi viaggiatori locali hanno contribuito al successo del Salento diffondendo il passaparola e portando altri visitatori nella zona.

La cosiddetta “giornata al mare” anche oggi genera un micro-turismo.

Abitanti e Turisti: Un rapporto di amore e odio

Tra i primi viaggiatori (i “turisti”) nel Salento vanno inclusi gli emigrati provenienti dal Nord Italia o addirittura da Paesi del nord Europa e internazionali.

Questi viaggiatori hanno contribuito in modo significativo al passaparola e al successo del turismo nella regione. Il rientro nei territori d’origine generava già nel Novecento una nuova economia.

Gli abitanti del Salento hanno avuto un ruolo fondamentale nel promuovere il territorio e accogliere i visitatori, contaminandosi e lasciandosi contaminare dalla varietà di culture e esperienze.

Il turismo nel Salento era caratterizzato da un riferimento fisico, dove i primi viaggiatori arrivavano principalmente tramite il passaparola o tramite contatti di parenti, amici e zii.

I salentini stessi hanno contribuito ad attrarre turisti nella zona, senza rendersi conto di essere degli instancabili promotori del territorio.

Tuttavia, il rapporto tra abitanti e turisti ha presto mostrato alcuni problemi.

L’aumento del turismo ha portato ad una certa ambivalenza nella percezione dei visitatori, con sentimenti di amore e odio che emergono nei confronti dei turisti.

Un fenomeno che ha causato discussioni animate e problemi irrisolti, come l’overtourism e il bisogno di preservare la vera essenza del territorio salentino, con la sua ricchezza nella diversità.

La “dolce vita” in Salento

Nonostante queste sfide, il ruolo degli abitanti del Salento nel turismo rimane cruciale per il futuro della regione e per la sua identità culturale.

Gli abitanti del Salento spesso si trovano ad affrontare una realtà complessa, dove talvolta nascondono la loro vera condizione di fronte al turismo e si lasciano travolgere dalla seducente “dolce vita“, mostrando la loro migliore immagine nel locale trendy del momento.

Questo comportamento può portarli a ignorare i loro reali bisogni e a ostentare una vita che forse non corrisponde sempre alla realtà.

Lungo il percorso, alcuni di loro possono passare da un senso di vergogna a una forma di riscatto, ma spesso questa evoluzione rischia di essere più superficiale, focalizzandosi sull’apparenza piuttosto che sulla sostanza.

Questo può portare a una perdita del vero carattere distintivo che ha sempre contraddistinto i salentini, a favore di un’omologazione sociale.

Tuttavia, è nella diversità che risiede la vera ricchezza del Salento, una terra unica e autentica.

Gli aspetti positivi del boom turistico nel Salento

Dal passato di vergogna al presente di vanto, il boom turistico ha trasformato gli emigrati in protagonisti e ambasciatori del territorio salentino. Molti di loro, in passato, nascondevano le loro origini, ma oggi sono orgogliosi ambasciatori del Salento, come un vestito cucito addosso che non vogliono più togliere.

Si sa che i salentini hanno “lu core presciatu” per la loro terra e il loro accento è riconoscibile ovunque nel mondo.

Dal punto di vista quantitativo, il vero successo è stato raggiunto grazie alla mercificazione delle tradizioni e del paesaggio, sostenuto dai social media e dalla comunicazione di massa.

Instagram, arrivato nel 2010, è diventato un potente strumento, simile al vecchio passaparola, moltiplicando l’effetto della comunicazione invasiva e portando il Salento al successo con le sue splendide spiagge.

La corsa a pubblicare tramonti, luoghi insoliti ed eventi “cool” è diventata una consuetudine.

Gli abitanti hanno cominciato a percepire e guardare il boom come una vera invasione direttamente da casa (dai tg). Tutti hanno in mente le immagini della statale invasa e delle code. I centri commerciali domenicali erano irraggiungibili. Sono arrivati i primi successi di Gallipoli e Otranto, che nella loro rivalità, come, per il Gargano, tra Peschici e Vieste, hanno catturato molti investimenti e aperto i borghi alla scena internazionale.

Il turismo ha avuto anche il potere di accendere i riflettori su alcune tematiche, come il trasporto pubblico, spingendo la regione ad adottare servizi alternativi, come il Salento in bus, seppur con lentezza.

La richiesta di abitazioni e l’ospitalità contemporanea hanno fatto sì che molte zone rurali venissero popolate. Molti sono gli esempi di recupero dell’edilizia rurale. Non solo i centri storici dei comuni hanno subito una repentina trasformazione, ma ci sono stati anche investimenti nel recupero di masserie e palazzi storici che hanno riqualificato la città in degrado. Non tutti i mali vengono per nuocere.

Il turismo, seppur di massa, ha portato alla forte volontà di mostrare le ricchezze del territorio e la rinascita della cultura popolare.

Un aspetto da non sottovalutare è l’apertura e l’evoluzione sociale, una vera ricchezza degna di uno scambio “Erasmus continuo” che avviene sul territorio, soprattutto con gli stranieri o con il Nord Italia. Molti sono i rapporti intrapresi, proficui per il territorio.

La terra dei grandi eventi

Il Salento è da sempre una terra con una forte tradizione di eventi che hanno contribuito a rendere la regione una meta turistica di rilievo. Oltre ai grandi investimenti messi in campo dalla regione Puglia, gli abitanti stessi hanno contribuito a promuovere il turismo attraverso gli eventi.

Di borgo in borgo, gli abitanti hanno sempre vissuto gli eventi come un’occasione di riscatto e accoglienza, attirando persone da diverse località. Eventi che hanno rappresentato un vanto per la comunità locale e segnato la voglia di mostrare la propria forza e organizzazione. Tuttavia, l’aumento dei costi e la concorrenza hanno portato a una trasformazione degli eventi. Talvolta si predilige la chiamata di cantanti locali rispetto a grandi artisti internazionali. Questo genera disagio e critiche da parte degli abitanti locali annoiati dai continui gruppi locali.

Tra gli eventi di maggior successo nel Salento si annoverano la festa di Sant’Oronzo, la Focara, il carnevale di Gallipoli o Aradeo e la Notte della Taranta. Quest’ultima, nata nel 1998 e diventata internazionale nel 2008, ha suscitato polemiche sulla qualità degli artisti, dividendo tra puristi e avventuristi. Alcune fondazioni nate per sostenere gli eventi, come la Fondazione Focara, hanno avuto problemi finanziari e dipendono dai finanziamenti regionali e nazionali per la loro sopravvivenza.

Questa dipendenza evidenzia una problematica strutturale che coinvolge tutte le forme associative, grandi e piccole, del Salento, e che richiede un cambiamento culturale oltre che economico.

Nel futuro, il Salento dovrà interagire con eventi di rilievo come il Giubileo a Roma e i Giochi del Mediterraneo a Taranto, un’opportunità per la regione per mostrare le sue ricchezze culturali e attrarre ulteriori visitatori.

L’importanza degli eventi nella promozione turistica del Salento è innegabile, ma è essenziale trovare un equilibrio tra la valorizzazione della tradizione e la necessità di innovazione per garantire un turismo sostenibile e di qualità. Pensiamo ad alcuni eventi riusciti come Leverano in fiore o il Mercatino del Gusto a Maglie.

Del tutto assente è la politica sulle fiere. Lecce non ha un polo fieristico e quelli esistenti sul territorio (Galatina e Miggiano) sono inutilizzati rispetto alle loro capacità.

I personaggi chiave del turismo nel Salento

I personaggi chiave del turismo nel Salento hanno giocato ruoli cruciali nella trasformazione e promozione della regione. Da un passato di abbandono dei borghi, la voglia di riscatto ha spinto la rinascita del territorio. Un esempio significativo è Gallipoli, che ha ottenuto un notevole successo mediatico grazie al Premio Barocco, diventando un’ambasciatrice del territorio in TV.

Anche la politica ha giocato un ruolo importante, passando da un semplice tabellone turistico al marketing territoriale e alle reti di territori, con investimenti nazionali e intercomunali. La politica ha risposto al fenomeno del turismo con ordinanze e divieti, ma il contributo regionale è stato fondamentale.

Il Salento ha tratto benefici anche dalla presenza di personaggi pubblici come Fitto, D’Alema, Polibortone e la senatrice Manieri, che hanno frequentato le spiagge insieme agli abitanti, contribuendo sia al successo che all’insuccesso della regione.

Non per ultimo, il contributo di Loredana Capone al piano strategico della Puglia e al Salento. Lavora attivamente per creare reti di collaborazione tra gli attori locali.

Il turismo è stato influenzato anche dallo sport, con calciatori come Miccoli e Conte, il Lecce di Zeman, e la tennista Flavia Pennetta. Le squadre di calcio hanno contribuito in modo significativo al successo del Salento, ma anche altri sport hanno avuto un impatto sul turismo.

La musica ha giocato un ruolo di rilievo nel promuovere il Salento a livello nazionale e internazionale. Artisti come Dolcenera, i Sud Sound System, Emma Marrone, Alessandra Amoroso, i Negramaro, i BoomDaBash, gli Après La Classe hanno portato il Salento in tutto il Paese.

Il Samsara ha svolto un ruolo fondamentale nella formazione di DJ di fama internazionale e ha contribuito alla crescita del turismo. Il Parco Gondar ha avuto sia successi che insuccessi, ma ha comunque svolto un ruolo importante nel panorama turistico della regione. Entrambi hanno attirato visitatori da ogni angolo del mondo, contribuendo a consolidare la reputazione del Salento come meta ambita per gli amanti della musica e della vita notturna.

Tra i personaggi chiave che stanno emergendo nel Salento, si annoverano anche figure internazionali come l’attrice premio Oscar Hellen Mirren e, più recentemente, Kim Basinger. Grazie al loro potere mediatico, hanno contribuito a promuovere progetti culturali e iniziative nel territorio salentino.

L’importanza della cultura, del design, della moda e dell’artigianato

L’importanza della cultura, dell’enogastronomia e dell’artigianato nel Salento è indiscutibile e contribuisce in modo significativo alla crescita del turismo nella regione.

La cultura locale, con le sue tradizioni, feste e eventi, è stata sempre un richiamo per i turisti. Le luminarie di Scorrano, la ceramica, i pizzi, le nasse e le spugne di Gallipoli sono solo alcuni degli esempi di artigianato locale che attirano visitatori da ogni parte.

Il design pugliese, ha ricevuto riconoscimenti anche a livello nazionale, con abiti e oggetti di moda esportati in tutto il mondo. Anche i brand internazionali come ad esempio Kartell o Natuzzi hanno cominciato a parlare di Salento.

L’arte e la moda si fondono creando un mix irresistibile per i turisti alla ricerca di esperienze autentiche.

Le abitazioni e l’accoglienza nel Salento si sono trasformate nel corso degli anni. Dalle tradizionali pajare utilizzate nell’agricoltura, oggi si trovano ville con piscina e boutique hotel che offrono esperienze di soggiorno di alto livello. La tendenza della ricettività diffusa sta prendendo piede, e sempre più turisti cercano di immergersi nella vita autentica dei centri storici e delle aree rurali.

Anche l’industria del ferro e l’artigianato locale hanno creato connessioni commerciali che hanno portato i primi turisti in Salento.

L’arte contemporanea, la fotografia e i festival contribuiscono a rendere la regione un polo culturale attraente per visitatori di tutte le età. Il mix unico di cultura, enogastronomia, artigianato e design ha reso il Salento una meta imperdibile per coloro che cercano un’esperienza autentica nel cuore della Puglia.

Infine, il successo della moda nel Salento ha raggiunto vette altissime quando Dior ha scelto Lecce per una delle sue prestigiose sfilate. Questo evento ha chiuso un grande cerchio iniziato molti anni addietro, confermando il Salento come una destinazione di rilievo nel mondo della moda.

Il cibo

Il cibo nel Salento ha svolto un ruolo fondamentale nel successo del turismo e della promozione del territorio. Sin dai tempi passati, il caffè Quarta portato dagli studenti è stato un messaggio di promozione, un segno tangibile dell’ospitalità e dell’accoglienza che i salentini riservano ai visitatori.

La gastronomia del Salento è stata una delle chiavi per attirare turisti e far conoscere la cultura locale. Dai prodotti artigianali a quelli industriali, il successo enogastronomico è divenuto parte integrante dell’esperienza turistica nel Salento. Le delizie tipiche come il pasticciotto, il fruttone, il rustico, le sagne ncanullate, la frisa e il caffè in ghiaccio hanno conquistato il palato dei visitatori.

I prodotti si sono trasformati in vere e proprie icone del territorio.

Anche il turismo enogastronomico ha visto i suoi primi protagonisti nel Salento. Le prime stelle Michelin assegnate ai ristoranti locali hanno contribuito a valorizzare la cucina salentina e ad attirare l’attenzione di appassionati di buona cucina da tutto il mondo. Infatti, chiunque visiti il Salento non può esimersi dal provare i piatti locali rivisitati in chiave contemporanea.

Il cibo ha anche avuto un ruolo importante nelle rivalità tra città, come nel caso dei celebri panzerotti, soggetto di diatribe tra Lecce e Bari. Queste dispute hanno portato alla notorietà di questo delizioso prodotto e hanno contribuito a creare una sana competizione gastronomica tra le due città.

I ristoranti sono anche luoghi del turismo, pensate al successo della Masseria le Stanzie o Masseria Wave.

L’accoglienza e la promozione sono digitali?

L’accoglienza digitale nel Salento rappresenta una sfida da affrontare.

Attualmente, gli infopoint sono spesso non strutturati e talvolta chiusi, il che crea una mancanza di informazioni accessibili per i visitatori. Allo stesso modo, molte chiese e musei della provincia possono essere chiusi o non dispongono di soluzioni digitali per offrire esperienze interattive e coinvolgenti ai turisti.

Le informazioni disponibili sono spesso frammentate e i sistemi utilizzati risultano obsoleti.

Avere una visione completa e aggiornata del territorio per i viaggiatori è impossibile.

Inoltre, l’infrastruttura digitale nella zona è ancora carente e ciò può rappresentare un ostacolo per lo sviluppo dei territori e del turismo digitale.

Anche nel marketing territoriale, la situazione appare disorganizzata, con singoli comuni che si presentano separatamente alla fiera BTM Puglia.

Va detto che però qualcosa si muove. La Grecìa Salentina, ad esempio, si è presentata per la prima volta insieme alla Bit.

È importante chiedersi se oggi abbia ancora senso promuoversi in modo individuale, considerando il potenziale vantaggio di una promozione unificata e coordinata a livello regionale.

Il turismo in Salento nel 2023

Il turismo in Salento nel 2023 sta vivendo una ripresa significativa, grazie soprattutto al ritorno degli stranieri che hanno sfidato il clima fin da aprile, popolando la regione.

I numerosi weekend proposti nel calendario annuale hanno subito registrato un grande afflusso di visitatori. Lecce, rinomata città del turismo culturale, si è riempita di gruppi di turisti di mezza età, meravigliati e affollanti le piazze del centro.

Luglio, al contrario delle piogge di giugno, è stato il mese delle elevate temperature. Tuttavia, nonostante il caldo, il mare non può essere preso d’assalto in quanto, in alcune ore, diventa impossibile esporsi al sole a causa delle temperature estreme, costringendo i turisti a sfidare il destino.

Il tema del cambiamento climatico si è intensificato con il bruciante aumento delle temperature.

Inoltre, si ripresentano gli eventi, ma il budget spesso manca. Il lavoro annuale sul territorio per creare una rete solida è ancora carente, rendendo alcuni eventi meno riusciti e destinati a scomparire nel giro di qualche anno, un problema atavico che affligge tutta la regione.

Proseguono gli eventi che vengono selezionati “dall’alto” e promossi come biglietto da visita del territorio.

In estate, con l’arrivo del caldo, emergono nuovamente i problemi strutturali, come la mobilità, i rifiuti, le infrastrutture, la carenza di personale, gli incendi, i pronto soccorsi affollati e la scarsità di acqua, che contribuiscono a creare un mix di sfide e opportunità irrisolte.

La stagione del Salento nel 2023 scorre velocemente senza suscitare particolari lodi, e forse questo è un bene dopo anni di attenzione a tutti i costi.

Il “purché se ne parli”

Il Salento ha affrontato diverse stagioni turistiche caratterizzate da una serie di eventi e notizie che hanno suscitato grande interesse.

Anche la cronaca ha giocato un ruolo inatteso nella promozione turistica, portando alla ribalta vicende come quella di Avetrana o del controverso gasdotto Tap, la xylella e i comuni sciolti per mafia che hanno gettato ombre sul territorio.

Tuttavia, alcuni eventi singolari hanno attirato l’attenzione dei media e dei turisti, come l’Alba dei Popoli a Otranto, che ha richiamato visitatori da tutta la regione ed è appuntamento fisso nei Tg di Capodanno.

Il salento, famoso per le sue spiagge e la vivace vita notturna, ha fatto parlare di sé anche per la celebre frisa, un pane pugliese considerato un’istituzione culinaria ma oggetto di contese per il suo prezzo elevato.

Gallipoli ha fatto parlare di sé per le discoteche sovraffollate, le scene di sesso in spiaggia, la movida incontrollata, l’affitto dei balconi e tanto altro.

Un tocco curioso alla scena turistica del Salento è stato dato dall’arrivo del celebre locale Twiga di Flavio Briatore a Otranto, suscitando accesi dibattiti e non avendo mai preso vita.

Nel complesso, la regione ha vissuto un’esperienza turistica complessa, con aspetti controversi e vantaggi che hanno mantenuto alta l’attenzione su questa affascinante terra nel cuore del Mediterraneo.

Non per ultimo, l’estate prolungata è senza dubbio uno dei vanti del Salento, che offre visibilità e accoglie i visitatori con la possibilità di godere del mare e delle spiagge fino a poco prima di Natale. Questo è un mantra che accompagna tutti verso la nuova estate.

Le sfide e le problematiche del turismo nel Salento

Le sfide e le problematiche sono diverse e richiedono una visione olistica per affrontarle con successo. Uno dei punti chiave per il turismo balneare è il piano delle coste. Ad oggi spicca il caso di Lecce. Il nuovo piano potrebbe avere impatti significativi nel corso dei prossimi anni.

Tuttavia, è importante riflettere sul fatto che il successo del Salento come meta turistica potrebbe essere fragile e dipendere dalla gestione consapevole e sostenibile del territorio. Se non si lavora per migliorare la qualità dell’offerta e si continua ad attrarre i turisti solo con prezzi bassi, potrebbe esserci un rischio di declino. Inoltre, la concorrenza con altre destinazioni come Grecia e Albania potrebbe portare i visitatori verso mete più convenienti.

Un’evoluzione necessaria è quella verso un turismo di qualità e ad alto valore aggiunto. Ciò richiede investimenti nelle strutture e nella formazione del personale per garantire un’esperienza memorabile ai visitatori. Inoltre, le imprese del settore turistico devono trovare modi per collaborare tra loro e creare reti d’impresa che favoriscano la crescita e la competitività collettiva.

Oltre alle sfide legate all’offerta turistica, il Salento si trova ad affrontare questioni ambientali cruciali. La ricerca di Legambiente sulla situazione delle spiagge mette in luce l’abbandono di alcune zone costiere e la necessità di adottare misure per proteggere l’ambiente marino. È essenziale approvare un piano nazionale per il cambiamento climatico, realizzare opere di protezione delle coste che siano sostenibili e garantire la gestione efficiente delle risorse idriche.

Inoltre, preservare le spiagge libere e combattere l’abusivismo edilizio sono azioni fondamentali per garantire un turismo sostenibile e responsabile.

La chiave per il futuro del turismo nel Salento è una visione condivisa e un approccio collaborativo tra istituzioni, imprese e comunità locali. Solo attraverso una gestione olistica e sostenibile, il Salento potrà preservare la sua identità unica.

Gli errori commessi 

Gli errori commessi nel turismo del Salento sono molteplici. Richiedono una riflessione attenta e un cambiamento di mentalità da parte di tutti gli attori coinvolti.

Uno dei primi grandi errori è stato voler includere a tutti i costi Taranto, Brindisi e Lecce nella definizione di Salento. Tuttavia è necessario tener conto delle specificità e delle caratteristiche uniche di ogni territorio.

L’incapacità politica nel gestire le risorse e le opportunità del territorio del Salento. Questa si è manifestata anche nella scelta della sede della fiera BTM (Borsa del Turismo Mediterraneo). Nata a Lecce, la fiera BTM ha raggiunto il successo e l’eccellenza a Bari, diventando un simbolo del baricentrismo che ancora persiste in Puglia.

Il Salento ha sofferto di problemi ambientali come incendi e gestione dei rifiuti, diventando una delle regioni più colpite dall’ecomafia.

Alcuni eventi organizzati nel passato non hanno portato lo sviluppo sperato e sono stati poco sostenibili nel lungo termine.

La stagionalità del turismo e la scarsa specializzazione dell’offerta sono problematiche che hanno limitato la crescita del settore.

La ristorazione di bassa qualità e la cattiva gestione dei lidi balneari hanno influenzato negativamente l’esperienza dei visitatori.

Il ritardo delle infrastrutture, comprese le strade e la fognatura, ha impedito uno sviluppo adeguato. Ha causato disagi sia per gli abitanti che per i turisti.

L’approccio orientato esclusivamente al prodotto turistico, senza tenere conto della crescita e dello sviluppo complessivo del territorio, ha avuto impatti negativi.

L’imposizione di tariffe per visitare alcune chiese a Lecce è stata oggetto di critiche e ha potuto scoraggiare i visitatori.

Lasciare il territorio nelle mani di imprenditori non locali, lobby e mafie ha contribuito a sfruttare il Salento senza garantire uno sviluppo sostenibile.

La mobilità è stata compromessa dalla presenza di parcheggiatori abusivi e aree incustodite, senza adeguati servizi di sicurezza.

Un atteggiamento egoistico e una mancanza di collaborazione tra e comunità locali hanno ostacolato una crescita equilibrata del turismo.

Per affrontare le sfide e le problematiche del turismo, è necessario uscire dalla rassegnazione e adottare un approccio collaborativo e inclusivo.

La comunità locale deve essere parte attiva nel processo di sviluppo e promozione turistica evitando di svendere il territorio e lavorando per rendere il Salento un luogo accessibile e accogliente per tutti.

Matera, Lecce, Bari e Napoli, il sud è in piena gentrificazione. Queste città meridionali sono amate e stanno adattandosi alla nuova contemporaneità. Tuttavia, c’è il rischio che questo successo possa travolgere gli abitanti e amplificare le problematiche che Venezia ha già sperimentato.

Il Salento può adattarsi alla contemporaneità senza perdere la sua identità e la sua autenticità. Solo con un impegno condiviso sarà possibile costruire un futuro sostenibile per il turismo del Salento.

Il turismo fonte di reddito e di sviluppo?

Il turismo è indubbiamente una fonte di reddito e sviluppo per il territorio. I benefici derivanti dal turismo vanno oltre l’utile diretto prodotto dalle imprese, influenzando positivamente l’intera economia. Secondo dati dell’Istat, il turismo ha un effetto moltiplicatore del 20% sull’industria, del 35% sui servizi e del 5% sull’agricoltura.

Un indicatore che ci aiuta a comprendere se il boom del turismo si traduce in un aumento di reddito è l’analisi dei redditi medi dichiarati. I redditi non sono aumentati ma diminuiti.

Si può osservare anche un crescente numero di giovani altamente qualificati che lasciano il territorio, il che costituisce sicuramente un dato preoccupante.

Tuttavia, la provincia di Lecce affronta una situazione critica in termini di disoccupazione, con un tasso del 13% e quasi 38.000 persone senza lavoro.

È importante notare che la crisi economica nel Salento è cominciata nel 2008 e da allora l’economia locale ha avuto alti e bassi.
Il turismo ha subito minori effetti negativi rispetto ad altre regioni italiane, sebbene sia stato anch’esso colpito nel biennio della pandemia.

Nonostante questo, il Salento è stato una delle mete più ambite nel periodo successivo alla pandemia, e il settore turistico ha visto un incremento delle attività nel servizio di alloggio e ristorazione, raggiungendo 5.820 attività a giugno 2022.

Nell’articolo si è affrontato il tema dell’economia leccese e del turismo negli ultimi decenni. È emerso che il turismo da solo non è sufficiente a generare una crescita significativa, ma è piuttosto lo sviluppo locale a essere una priorità.

Il settore turistico è caratterizzato da stagionalità, retribuzioni relativamente basse e problemi strutturali.

La propensione del Salento a sfruttare le opportunità offerte dal turismo è nota. Tuttavia manca ancora una reale volontà di sviluppo da parte di tutti gli attori coinvolti.

Sei invitato in un territorio magico

Nel nostro viaggio in questo territorio magico, abbiamo ascoltato il grido delle sirene e dei tritoni, ed è un invito al cambiamento.

Siamo stati testimoni di un appello rivolto agli abitanti del Salento: diventate protagonisti del turismo che anima questa terra.

È giunto il momento di abbandonare la rassegnazione e smettere di svendere il territorio agli stranieri. Dobbiamo invece collaborare agli investimenti e affrontare le sfide senza scappare via, poiché il cambiamento è possibile.

Dalla rassegnazione alla collaborazione, la chiave del successo risiede in una mentalità aperta. Senza attribuire colpe a categorie specifiche ma coinvolgendo tutta la società e la comunità. Ognuno di noi contribuisce al turismo. Il futuro del territorio dipende anche dalle scelte dei Salentini.

Dall’esterno, il Salento è ammirato come una terra accogliente e affascinante, ambita da chi sogna di trasferirsi qui. Per rendere questo sogno accessibile a tutti, è fondamentale valorizzare la bellezza e le ricchezze del territorio.

Con determinazione e collaborazione, possiamo costruire un futuro sostenibile prospero per questa meravigliosa regione.

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2 commenti su “Reportage dal Salento”

  1. Uno legge con attenzione, trova anche spunti..interessanti e poi leggi che tra gli “errori” strategici c’è quello di aver assimilato nella voce Salebti anche le province di Taranto e Brindisi. Ma il Salento sono anche le province di Taranto almeno per l’80% e di Brindisi al 100%. Ecco in quella dichiarazione vi si possino leggere tutti i limiti di un campanilismo leccese che dura dai tempi dei Romani? E che sarà sempre un limite per quella una volta meravigliosa terra, oggi sempre più svenduta nelle sue migliori caratteristiche ambientali.

  2. Vito Drintle ti ringrazia per il tuo commento. Siamo assolutamente d’accordo con te riguardo alla questione della valorizzazione ambientale. È importante sottolineare che il Salento comprende anche Taranto e Brindisi. Tuttavia, dal punto di vista del marketing territoriale, queste tre province pugliesi sono distinte tra loro e cercare di unirle sotto la stessa ‘bandiera’ non ha mai portato benefici tangibili.

    È fondamentale mettere in luce le loro specifiche differenze, che non derivano da campanilismo, ma sono evidenti e significative. La Puglia nel suo complesso affronta ancora numerosi problemi che ostacolano lo sviluppo turistico, come la carenza infrastrutturale e la mancanza di coordinamento tra settore pubblico e privato.

    Perché non concentrarsi su una comunicazione differenziata per ciascuna delle tre province anziché cercare di includerle tutte insieme per motivi di costo o per la scarsità di risorse evidente? Questo approccio potrebbe portare a una valorizzazione più efficace delle risorse locali e a una maggiore attrattività per i visitatori.Non credi?

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