Cammino Grande di Celestino 

Dagli eremi della Majella alla costa dei trabocchi 

Informazioni utili Cammino Grande di Celestino:

  • sito: Cammino Grande di Celestino
  • social: facebook
  • lunghezza: 225 km
  • quote medie: 0 – 1.840 m
  • tappe: 13 
  • regioni: Abruzzo
  • comuni: L’Aquila (L’Aquila), Fossa (L’Aquila), Sant’Eusanio Forconese (L’Aquila), San Demetrio Nè Vestini (L’Aquila), Villa Sant’Angelo (L’Aquila), Fagnano Alto (L’Aquila), Fontecchio (L’Aquila), Tione degli Abruzzi (L’Aquila), Acciano (L’Aquila), Molina Aterno (L’Aquila), Castelvecchio Subequo (L’Aquila), Castel di Ieri (L’Aquila), Raiano (L’Aquila), Corfinio (L’Aquila), Roccacasale (L’Aquila), Pratola Peligna (L’Aquila), Sulmona (L’Aquila), Pacentro (L’Aquila), Sant’Eufemia a Maiella (Pescara), Caramanico Terme (Pescara), Roccamorice (Pescara), Abbateggio (Pescara), Pretoro (Chieti), Rapino (Chieti), San Martino sulla Marrucina (Chieti), Filetto (Chieti), Orsogna (Chieti), Arielli (Chieti), Canosa Sannita (Chieti), Crecchio (Chieti), Ortona (Chieti).
  • parchi: Parco Nazionale della Majella
  • riserva: riserva naturale piana Grande della Majelletta, riserva Valle dell’Orfento II, riserva Naturale Regionale Punta dell’Acquabella
  • segnaletica: bianco e rossa  
  • ideatore del cammino: Parco Nazionale della Majella
  • fondazione: 2018
  • tipologia: cammino storico – religioso

Il Cammino Grande di Celestino è un percorso che offre la possibilità di esplorare le vette più alte dell’Appennino, ricche di biodiversità. La Majella, con le sue caratteristiche ambientali uniche, è anche famosa per le chiese rupestri che caratterizzano il territorio.

Questi luoghi sono stati scelti dagli eremiti come luoghi di meditazione e sono intrisi di storia e fascino. Celestino V, originario del Molise, rinunciò alla carica papale e si ritirò in questi luoghi. Successivamente venne eletto papa a L’Aquila, dimostrando il suo profondo legame con l’eremitaggio.

Il Cammino Grande di Celestino si trova a breve distanza dal mare e offre una vista panoramica dalle varie vette, mostrando come la regione Abruzzo riesca a offrire una varietà di paesaggi. Questo percorso collega diversi siti UNESCO, tra cui la Perdonanza Celestiniana a L’Aquila, il Parco Geopark Abruzzo, i tratturi (sentieri di transumanza) che sono ora patrimonio immateriale e i caratteristici muretti a secco. Questi valori UNESCO vengono integrati in un unico racconto.

Inoltre, da Ortona è possibile raggiungere Vasto collegandosi alla La via verde della costa dei Trabocchi.

Oltre alla segnaletica del parco che copre 1500 km di sentieri esistenti, il Cammino Grande di Celestino è stato ufficialmente istituito con credenziali e testimonium. È l’evoluzione del vecchio Cammino dello Spirito e del Cammino di Celestino. Dal 2021 è riconosciuto ufficialmente come il Cammino Grande di Celestino.

Chi era il papa emerito Celestino V?

Il cammino Grande di Celestino detto anche Celestiniano segue le orme del Papa Celestino V e la sua storia. Papa Celestino V, noto come Pietro Angelerio, percorse questi sentieri nel 1294.

Celestino V fu il 192º Papa della Chiesa cattolica, originario di Isernia nel Regno di Napoli. Dopo una vita trascorsa come eremita, venne eletto Papa in un periodo tumultuoso per la Chiesa. Si narra che, partendo dall’eremo del Morrone, raggiunse l’Aquila scortato da un corteo reale e dal re di Napoli Carlo II d’Angiò.

Celestino V fu incoronato il 29 agosto nella basilica di Santa Maria di Collemaggio all’Aquila, da lui stesso fatta costruire. Durante il suo papato, istituì la Perdonanza, un rito patrimonio Unesco ancora celebrato oggi. Durante la Perdonanza Celestiniana, i fedeli si recano in pellegrinaggio alla basilica per ottenere l’indulgenza papale, simbolo del perdono dei peccati.

Celestino V è noto per essere stato il primo e unico Papa nella storia a rinunciare volontariamente al pontificato. Dopo soli cinque mesi di regno, nel dicembre 1294, emise un decreto di abdicazione a causa delle complessità politiche e dei conflitti interni alla Chiesa. Successivamente, cercò di ritornare alla vita di eremita e nel 1244 costituì la congregazione dei Frati di Pietro da Morrone, che in seguito divennero gli ordine dei Celestini.

Il viaggio in Francia lungo la via Francigena 

Dopo la sua abdicazione, Papa Celestino V si recò in Francia nel 1273 per incontrare Papa Bonifacio VIII, il suo successore, al fine di ottenere il riconoscimento dell’ordine da lui fondato. Durante il suo breve pontificato, Celestino V aveva nominato alcuni cardinali di origine francese, suscitando sospetti di influenze francesi sulla sua elezione. Inoltre, cercava protezione e supporto da parte del re di Francia, Carlo II d’Angiò.

Nel settembre 1295, quando Celestino V giunse in Francia, Papa Bonifacio VIII (Benedetto Caetani) lo fece arrestare e imprigionare. Questa mossa fu intrapresa per evitare che Celestino V potesse essere utilizzato come strumento di opposizione dai cardinali filo-francesi o come un’alternativa al papato.

Durante i lavori del Concilio di Lione nel 1273, voluto da Papa Gregorio X, si cercò di sopprimere l’ordine fondato da Celestino.

La fuga a Vieste e il legame con la Puglia 

Grazie all’aiuto dei suoi fedelissimi amici cardinali, Celestino V riuscì a fuggire dalla prigionia. Il suo piano prevedeva di ritirarsi in Oriente, ma prima fece ritorno alla sua cella sul Morrone e successivamente si diresse a Vieste, nel Gargano.

A Vieste, Celestino tentò di imbarcarsi verso la Grecia. Alcuni sostengono che trovò rifugio in alcune località del castello di San Nicandro Graganico. Tuttavia, il 16 maggio 1295, venne arrestato nella frazione di Merino a Vieste, dove si trova la chiesa di Santa Maria.

L’arresto fu eseguito da Guglielmo Stendardo II, re del regno di Napoli. Celestino chiese al papa Bonifacio VIII di liberarlo e permettergli di partire, ma la sua richiesta fu rifiutata. In quel momento, Celestino pronunciò la celebre frase: “Otterrai il Papato come una volpe, regnerai come un leone, morirai come un cane”.

Celestino V trascorse il resto della sua vita come prigioniero nella rocca di Fumone, situata a Frosinone, e morì il 19 maggio 1296.

Celestino V è considerato un personaggio significativo nella storia della Chiesa cattolica, sia per la brevità del suo pontificato, sia per la sua scelta di rinunciare al papato. È stato canonizzato nel 1313 da papa Clemente V ed è venerato come patrono degli eremiti nella Chiesa cattolica.

Il legame con papa Benedetto XVI (Ratzinger)

Tra le curiosità legate alla figura di Celestino V c’è il legame con Papa Benedetto XVI e il processo di ricognizione dei suoi resti.

Nel 2009, poco dopo il terremoto che ha colpito L’Aquila, Benedetto XVI ha visitato la città e ha donato un pallio, un indumento liturgico, a Papa Celestino V come segno di riconoscimento e devozione. Questo gesto ha sottolineato la continuità spirituale tra i due pontefici che hanno fatto una scelta simile: Benedetto XVI, come Celestino V, ha rinunciato al pontificato.

Inoltre, nel 2013, l’Arcidiocesi dell’Aquila ha effettuato una ricognizione canonica dei resti mortali di Celestino V, compresa la scatola cranica, per poter ricostruire le vere fattezze del suo volto utilizzando strumenti scientifici.

Durante questa ricognizione, è stata sostituita la maschera in cera di Celestino V con una nuova in argento. È stato anche sostituito il suo abito settecentesco con uno di produzione moderna, richiamando lo stile dei paramenti papali medievali.

In questa occasione, è stato posto sul corpo di Celestino V il pallio che Benedetto XVI aveva indossato il giorno dell’inizio del suo pontificato, creando un legame simbolico tra i due pontefici che hanno rinunciato al papato.

Questi gesti testimoniano l’interesse e il rispetto che Benedetto XVI ha mostrato nei confronti di Papa Celestino V, stabilendo un collegamento tra le due figure nella storia della Chiesa.

La Majella: Una cartolina delle Montagne Abruzzesi e il fascino degli Eremi Religiosi

Una cartolina imperdibile delle montagne abruzzesi è quella della Majella. Il Parco Nazionale della Majella è uno dei 25 parchi nazionali in Italia, reso ufficiale nel 1991 e comprendente il territorio di Chieti, L’Aquila e Pescara. Il parco rientra tra i geoparchi Unesco.

Il parco prende il nome dalla montagna più alta dell’Appennino centrale, la Majella, che raggiunge un’altitudine di 2.793 metri. All’interno del parco si trovano numerose specie di flora e fauna. È un importante habitat per animali come il camoscio appenninico, l’aquila reale, il lupo appenninico e l’orso marsicano, una delle specie più rare e minacciate d’Europa.

Nell’Appennino centrale, tra Lazio e Abruzzo, il territorio ha da sempre avuto una vocazione religiosa. Questa regione è da sempre il luogo scelto da molti per la meditazione e il ritiro spirituale. Tra le architetture che hanno reso iconici questi paesaggi ci sono le abbazie e gli eremi.

Gli eremi sono luoghi di ritiro e contemplazione associati alla pratica religiosa. Questi antichi eremi sono solitamente situati in luoghi appartati, lontani dalla vita urbana, immersi nella natura selvaggia. Sono caratterizzati da un’atmosfera di pace e tranquillità.

Gli eremi presentano un’architettura semplice ed essenziale, integrata armoniosamente con l’ambiente circostante. Sono grotte scavate nella roccia con l’utilizzo di materiali locali. È comune trovare all’interno degli eremi oggetti religiosi e dipinti che raffigurano storie e momenti di vita religiosa.

Visitare gli eremi permette di entrare in contatto e sperimentare un senso di pace interiore. In questi luoghi c’è spazio per momenti di riflessione e ispirazione, offrendo una fuga dal mondo frenetico e consentendo alle persone di riconnettersi con la propria spiritualità e trovare un senso di equilibrio.

Gli eremi sono testimoni silenziosi di una tradizione millenaria, offrendo un rifugio per coloro che cercano la solitudine, la ricerca spirituale e la pace interiore.

Gli eremi tra Abruzzo e Lazio 

Il territorio che abbraccia l’Abruzzo e il Lazio, nel cuore dell’Italia, nasconde gioielli spirituali noti come eremi. Questi luoghi di ritiro e contemplazione, immersi in paesaggi mozzafiato e circondati dalla bellezza della natura, offrono una fuga dalla frenesia della vita quotidiana e invitano a una profonda connessione interiore.

Il Cammino Grande di Celestino abbraccia alcuni di questi tesori spirituali.

Ecco un elenco degli eremi che si trovano tra l’Abruzzo e il Lazio:

PESCARA

  • Eremo di San Giovanni all’Orfento
  • Eremo di San Bartolomeo in Legio
  • Eremo di Santo Spirito a Majella
  • Eremo di San Onofrio di Serramonacesca

L’AQUILA

  • Eremo di Sant’Onofrio al Morrone
  • Eremo di San Domenico nella Valle del Sagittario
  • Eremo di San Venanzio all’interno della Riserva Naturale Guidata Gole di San Venanzio
  • Eremo della Madonna del Romitorio a San Vincenzo Valle Roveto
  • Eremo di Sant’Antonio a Pescocostanzo
  • Eremo di Sant’Egidio a Scanno

CHIETI

  • Eremo Celestiniano della Madonna dell’Altare
  • Eremo di Sant’Angelo di Palombaro
  • Eremo di Sant’Angelo

ROMA

  • Eremo di San Silvestro a Sacrofano
  • Eremi di San Benedetto a Vicovaro
  • Eremo Sant’Antonio a Sant’Oreste
  • Eremo di Santa Lucia a Sant’Oreste

VITERBO

  • Eremo di San Famiano a Faleria

RIETI

  • Eremo di San Leonardo a Roccantica
  • Eremo di San Cataldo a Cottanello

Le tappe del Cammino Grande di Celestino

Il cammino Grande di Celestino offre quattro diverse opzioni per essere percorso.

La prima, da L’Aquila a Ortona, attraversa l’intero cammino in 13 tappe per una lunghezza totale di 225 km.

La seconda opzione va da Sulmona a Serramonacesca, con 6 tappe e una distanza di 97 km, rappresentando la prima edizione del Cammino di Celestino.

La terza opzione, da L’Aquila a Serramonacesca, segue il cammino compiuto da Celestino a dorso d’asino, con 10 tappe e una distanza di 170 km.

Infine, l’ultima opzione va da Sulmona a Ortona, con 9 tappe e una distanza di 152 km.

Si prega di notare che nella zona di riserva integrale A, non è consentito il passaggio di cani lungo il cammino. Inoltre, alcune tappe non possono essere percorse a cavallo o in bicicletta. Per quanto riguarda il campeggio lungo il percorso, è necessario ottenere un nulla osta dal Parco Nazionale della Majella.

TAPPA 1 L’AQUILA – FONTECCHIO  valle fiume Aterno
La tappa ha una lunghezza di 26km, difficoltà E (escursionistica)

La partenza avviene dalla basilica di Collemaggio, dove è sepolto Celestino V. Dal lato sinistro della basilica, attraverso la Porta Santa che viene aperta ogni anno in occasione della Perdonanza, ha inizio il cammino. Dopo aver attraversato la campagna Aquilana, si arriva alla frazione di Monticchio e successivamente al comune di Fossa. Nella piana del fiume a Fossa si trova la necropoli di Fossa, scoperta casualmente negli anni ’90, che rappresenta una delle più importanti realtà archeologiche dell’Abruzzo. Con le sue sepolture e i corredi di grande valore culturale, costituisce una testimonianza significativa della vita passata nella regione.

Il cammino prosegue ai piedi del monte Cerro, da cui è possibile ammirare i resti del castello di Sant’Eusanio Forconese. Questo castello-recinto disponeva di una cisterna d’acqua che garantiva la sua autonomia per lunghi periodi. Grazie alla sua posizione strategica, era uno dei punti difensivi chiave della valle dell’Aquila. Successivamente, il cammino attraversa la campagna di San Demetrio ne’ Vestini e raggiunge Villa Sant’Angelo. Questo comune è attraversato dal Tratturo Magno, ma il cammino prosegue verso Stiffe. Villa Sant’Angelo è famosa per le Grotte di Stiffe, un complesso di grotte situato nelle montagne dell’Abruzzo. Queste grotte sono caratterizzate da impressionanti stalattiti, stalagmiti e cascate sotterranee, offrendo un’esperienza unica di esplorazione e ammirazione della bellezza naturale sotterranea.

Proseguendo lungo il fiume Aterno, si attraversa il Ponte Romano di Campana, risalente all’epoca dell’imperatore Claudio. Il cammino prosegue fino alla tappa finale nel comune di Fontecchio, dove è possibile visitare il centro storico.

TAPPA 2 FONTECCHIO – CASTELVECCHIO SUBEQUO valle fiume Aterno
La tappa ha una lunghezza di 20km, difficoltà E (escursionistica)

Dal comune di Fontecchio si scende verso il ponte romano, situato nei pressi della ferrovia. Seguendo il corso del fiume, si incontra il ponte delle Pietre e si arriva alla stazione di Tione degli Abruzzi, per poi proseguire fino alla stazione di Beffi. Qui si incontra il ponte romano di Tione degli Abruzzi, che Celestino attraversò durante il suo viaggio sull’asino verso l’Aquila.

Da qui si risale verso la torre e il borgo di Beffi, dove si trova la chiesa di San Michele Arcangelo. Da questo punto si può ammirare dall’alto la valle dell’Aterno. Si scende verso la Chiesa di Santa Maria Silvana al Fiume e si continua lungo il sentiero fino ad arrivare alla stazione di Acciano, dove si trova il ponte medievale.

Il comune di Acciano merita una visita, così come la chiesa della Madonna della Sanità lungo il percorso. La tappa si conclude nel comune di Castelvecchio Subequo, dove è possibile visitare il suggestivo borgo.

TAPPA 3 CASTELVECCHIO SUBEQUO – RAIANO valle fiume Aterno
La tappa ha una lunghezza di 11 km, difficoltà E (escursionistica)

Lasciato il borgo di Castelvecchio Subequo, si raggiunge il comune di Castel di Ieri, un luogo affascinante che offre ai visitatori l’opportunità di esplorare il Tempio Italico, un importante sito archeologico della zona. Non si può perdere la visita all’Eremo Madonna di Pietrabona e alla suggestiva Chiesa della Madonna del Soccorso. Castel di Ieri è anche famoso per il piatto tipico della micischia, una carne di pecora essiccata. L’Eremo Madonna di Pietrabona, dedicato alla Vergine Maria, è un punto di interesse imperdibile.

Proseguendo il cammino, si arriva alla Chiesa della Madonna del Soccorso e al Tempio Italico di Castel di Ieri, dove è ancora visibile il mosaico del pavimento. Questo tempio, risalente alla fine del II secolo a.C., è probabilmente dedicato a Giove Egioco.

Il percorso continua in salita tra il monte Urabo e il Monte Ventola, fino ad arrivare nella valle Peligna e al comune di Raiano. Tra i luoghi di interesse a Raiano si trovano la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, risalente al XV secolo, e le rovine del castello medievale. Inoltre, meritano una visita l’Eremo di San Venanzio, la gola del fiume Aterno, l’Acquedotto delle Uccole, l’Antico Frantoio Fantasia e Casa Sagaria/Rossi, residenza di Benedetto Croce.

TAPPA 4 RAIANO – BADIA (SULMONA) valle Peligna 
La tappa ha una lunghezza di 20 km, difficoltà E (escursionistica)

La tappa del cammino abbraccia la suggestiva valle Peligna, ai piedi del monte Morrone. Dopo aver superato il comune di Raiano, si percorre il rettilineo in direzione dell’abbazia di San Pelino. Il duomo di Corfinio, tra le chiese romaniche meglio conservate dell’Abruzzo, è un’imperdibile attrazione. Questa zona era il centro nevralgico per i Peligni, antica popolazione che abitava la valle. A Corfinio, la via Valeria era la continuazione della via Tiburtina, che collegava Pescara a Roma. È proprio qui che venne coniata la prima moneta con il nome “Italia”.

Sulmona vista sulla Majella

Il cammino prosegue verso la valle tra i fiumi Vella e Sagittario. Arrivati a Pratola Peligna, non si può perdere la visita alla chiesa della Madonna della Libera e alla chiesa di San Pietro Celestino V. La tappa si conclude nella Badia Morronese, nota anche come abbazia di Santo Spirito al Morrone o abbazia Celestiniana. Questa abbazia fu voluta da Pietro da Morrone e da qui il re Carlo II d’Angiò passò per portare Celestino all’Aquila per l’incoronazione. Nel corso dei secoli, l’abbazia è stata oggetto di varie fasi di ampliamento e ha avuto diverse destinazioni d’uso, tra cui collegio, ospizio, quartiere militare e casa di reclusione. Nel 1998 è stata assegnata al Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è attualmente sede di uffici delle Soprintendenze e dell’Ente Parco Majella.

A Sulmona, la storia di Celestino V continua con la cattedrale di San Panfilo, che ospita alcune reliquie legate al santo. Il centro storico di Sulmona è noto anche per la produzione artigianale dei famosi confetti.

TAPPA 5 BADIA – PACENTRO  Morrone e Maiella 
La tappa ha una lunghezza di 14 km, difficoltà E (escursionistica)

Questa tappa del cammino è perfetta per coloro che desiderano visitare il pittoresco borgo di Sulmona e poi esplorare le incantevoli frazioni circostanti. Questo è il percorso originale del cammino di Celestino, ideato inizialmente. Dopo aver lasciato l’abbazia, si prende la direzione del monte Morrone e, dopo aver attraversato la cappella, si sale all’eremo di San Onofrio al Morrone. Successivamente, si prosegue verso il tempio di Ercole Curino, da cui si prende il sentiero R8 che conduce alla Fonte d’Amore e arriva a Marane. Attraversata la campagna, si giunge infine al suggestivo borgo di Pacentro.

Pacentro è un affascinante borgo abruzzese, famoso per il suggestivo Castello Caldora, caratterizzato dalle sue imponenti torri e dal quartiere medievale pittoresco. Nel cuore del paese si trova la caratteristica casa di Marlurita, che conserva l’atmosfera tradizionale. Pacentro è anche rinomato per l’antico pastificio Morrone e la suggestiva Piazza del Popolo, che rappresenta il centro sociale e culturale della comunità locale.

TAPPA 6 PACENTRO – CARAMANICO TERME  Morrone e Maiella 
La tappa ha una lunghezza di 19 km, difficoltà E (escursionistica)

Dal comune di Pacentro, il percorso prosegue lungo il sentiero Q1 fino al Passo di San Leonardo, da cui si può godere di una splendida vista sulla Maiella e i suoi canali che conducono al Monte Amaro. Dopo aver superato la vetta, il cammino scende verso la valle fino a raggiungere il comune di Roccacaramanico.

Roccacaramanico è una frazione del comune di San’Eufemia a Maiella, situato nella provincia di Pescara. Questo borgo, grazie alla sua posizione strategica, era un punto di accesso fondamentale per la valle. Lungo il percorso si può visitare la chiesa di San Vittorino, per poi arrivare alla fine della tappa nel comune di Caramanico Terme.

Oltre alle numerose chiese e palazzi da visitare, il comune di Caramanico Terme è rinomato per le sue terme, che venivano già utilizzate nel Cinquecento. Lo stabilimento termale attuale, chiamato “La Salute”, è stato costruito nel 1901 ed è di proprietà comunale. Rappresenta un punto di riferimento per coloro che cercano benefici per la salute e il benessere in questa affascinante località di montagna.

A Caramanico, non si può perdere il Museo Naturalistico e Archeologico Paolo Barrasso. Il museo offre una ricostruzione degli ambienti caratteristici della Majella, compresi gli ecosistemi di alta quota e le foreste di faggio e quercia. Inoltre, sono presenti sezioni dedicate alla geologia, all’archeologia e al Progetto Lontra, che si occupa della conservazione della lontra nelle acque del Parco Nazionale della Majella.

TAPPA 7 CARAMANICO TERME – DECONTRA  Maiella 
La tappa ha una lunghezza di 14 km, difficoltà E (escursionistica)

Il cammino attraversa la suggestiva Valle dell’Orfento, passando per diversi ponti in legno, tra cui l’antico ponte di San Cataldo e il ponte di San Benedetto. Dopo aver attraversato la faggeta, si arriva all’eremo di San Onofrio all’Orfento. Questo eremo, situato sulla sponda destra dell’Orfento, vicino alla grotta di San Giovanni, si adatta alla parete rocciosa esposta a sud, seguendo lo stile tipico degli eremi della Maiella. Purtroppo, gran parte della struttura è crollata, ma è ancora possibile distinguere una parte del muro laterale della chiesa, l’ingresso con uno dei due stipiti e un piccolo campanile a vela. Il tetto, realizzato con travi di legno, era appoggiato alla parete tramite una cornice di circa 10 metri. Sulle pareti rimangono tracce di intonaco dipinto. Accanto alla chiesa, si estendeva una sezione abitativa per circa 15 metri.

In questo territorio si trova anche il sentiero delle Scalelle, un percorso che permette di scoprire il rapporto che l’acqua ha con la valle. Lungo il percorso, ci sono giochi d’acqua, cascate e grotte da esplorare.

Valle-della-Majella
Valle-della-Majella

Il cammino prosegue tornando al ponte di San Benedetto per poi arrivare alla fine della tappa a Decontra. Lungo questo tratto, la vista è semplicemente meravigliosa, offrendo un panorama che abbraccia la Valle dell’Orfento e alcune delle vette della zona settentrionale del maestoso massiccio della Majella.

TAPPA 8 DECONTRA –  FONTE TETTONE Maiella 
La tappa ha una lunghezza di 15 km, difficoltà EE (esperti)

Da Decontra, il cammino prosegue attraverso i sentieri fino a Pianagrande. Dalla Piana, il sentiero conduce all’Eremo di San Giovanni all’Orfento, ma è necessario fare attenzione alla ripida scala.

L’Eremo di San Giovanni all’Orfento è uno dei luoghi più misteriosi dell’Abruzzo. È il luogo in cui Pietro da Morrone si fermò per molti anni. Per accedere all’eremo, è necessario strisciare attraverso un stretto passaggio sospeso. Durante questa tappa del cammino, è anche possibile ammirare le capanne di pietra utilizzate dai pastori come riparo.

Il cammino prosegue lungo il Blockhaus fino al rifugio “Di Marco” per una breve pausa. Pianagrande è un luogo da visitare, soprattutto durante la fioritura dei prati. La Piana è come un terrazzo che si affaccia sulla valle dell’Orfento. Attraversando i Prati della Maielletta, si scende alla Fonte Tettone/Mammarosa oppure, in 20 minuti, si arriva al rifugio Bruno Pomilio.

TAPPA 9 FONTE TETTONE – MACCHIE DI COCO Maiella 
La tappa ha una lunghezza di 13 km, difficoltà E (escursionistica)

Dalla Fonte Tettone, il sentiero conduce alla faggeta, offrendo una vista panoramica sul vallone di S. Spirito e sulle montagne del Gran Sasso. Il sentiero conduce all’Eremo di Santo Spirito a Maiella, che si trova a oltre mille metri di altitudine. L’accesso all’eremo è a pagamento, ma l’ingresso alla chiesa è gratuito. Questo eremo è sicuramente una delle icone dell’Abruzzo e ospita molte opere d’arte, tra cui la statua di San Michele Arcangelo, il tabernacolo, le tele della Madonna, la statua lignea di Cristo e il busto di Celestino V. Si dice che una piccola stanza all’interno dell’eremo fosse il luogo dove Pietro da Morrone riposava.

Dall’eremo, si scende nella valle proseguendo per la Macchia di Abbateggio. Lungo il percorso, si trova l’eco-museo del Paleolitico di Valle Giumentina ad Abbateggio, che offre un’esperienza didattica e conoscitiva sulla storia archeologica del territorio. Il museo presenta capanne in pietra a secco e fornisce informazioni sulla vita dei pastori transumanti, nonché sulla flora e fauna locali. È un punto di partenza per la ricerca e la scoperta, coinvolgendo istituzioni, associazioni, studenti, appassionati e turisti interessati a scoprire le ricchezze del territorio.

Superato il bosco, si scende al vallone di S. Bartolomeo e dall’eremo si risale a Macchie di Cocco, che si trova a pochi chilometri dal borgo di Roccamorice.

In questa tappa è possibile scegliere anche la VARIANTE per Pianagrande e Valle Buglione, che riduce di un giorno il cammino e prosegue dalla tappa 8. Tuttavia, la variante è faticosa e lunga, adatta solo a escursionisti esperti.

TAPPA 10 MACCHIE DI COCO – MANOPELLO  Maiella 
La tappa ha una lunghezza di 15 km, difficoltà E (escursionistica)

Il cammino prosegue su strada fino al colle Acquafredda, da cui il sentiero scende verso il Fosso Sant’Angelo di Lettomanopello. Lungo il fondo del fossato, si arriva alle Grotte Sant’Angelo e successivamente si raggiunge la strada che porta alla salita verso Fonte Pirella. Da qui, è possibile avvistare il mare e si attraversano i caratteristici muretti a secco, che sono considerati patrimonio UNESCO.

Proseguendo lungo il sentiero, si attraversa il Santuario del Volto Santo di Manoppello, un importante luogo di devozione che ospita il Sacro Velo, un’immagine di Gesù Cristo impressa su un tessuto.

Successivamente, si arriva all’Eremo di Sant’Onofrio di Serramonacesca. Questo eremo, costruito nel XIII secolo, ha una stretta connessione con la storia di Pietro da Morrone, in seguito divenuto papa Celestino V e successivamente santo. L’eremo offre un ambiente di pace e spiritualità, con una grotta che fu il primo rifugio dell’eremita. Qui, i pellegrini svolgono un antico rito per cercare sollievo dai dolori articolari, sdraiandosi per un momento sulle rocce che furono il letto del santo. Situato sulla parete rocciosa del Morrone, l’eremo regala una vista panoramica sulla magnifica Abbazia di Santo Spirito a Morrone, il campo di prigionia 78 e l’intera Valle Peligna.

Dall’eremo, si arriva all’Abbazia di San Liberatore e alle tombe rupestri del fiume Alento. La tappa termina a Manoppello.

TAPPA 11 MANOPELLO – SAN MARTINO SULLA MARRUCINA  Maiella 
La tappa ha una lunghezza di 22 km, difficoltà E (escursionistica)

La tappa coincide con il cammino di San Tommaso, tappa 14.

TAPPA 12  SAN MARTINO SULLA MARRUCINA – CRECCHIO Finis Terrae
La tappa ha una lunghezza di 19 km, difficoltà E (escursionistica)

La tappa coincide con il cammino di San Tommaso, tappa 15.

TAPPA 13 CRECCHIO – ORTONA Finis Terrae
La tappa ha una lunghezza di 14 km, difficoltà E (escursionistica)

La tappa coincide con il cammino di San Tommaso, tappa 16.

Ortona, l’arrivo del cammino Grande di Celestino

La via verde della costa dei trabocchi

È possibile continuare il cammino noleggiando una bicicletta e percorrendo la “Via Verde – Costa dei Trabocchi”, che nel 2020 è stata insignita dell’Oscar del cicloturismo. La ciclovia Adriatica lungo questa tratta costiera sull’Adriatico offre paesaggi suggestivi grazie alla presenza di queste “architetture del mare” chiamate trabocchi. I trabocchi sono antiche costruzioni utilizzate per la pesca lungo la costa, e oggi molti di essi sono stati restaurati e trasformati in luoghi accoglienti e ristoranti moderni. Lungo la costa, si possono ammirare ben 31 trabocchi.

Da Ortona a Vasto San Salvo, questo tratto di costa offre molte opportunità di scoperta, come la Riserva Naturale di Punta Aderci e il Faro di Vasto. La riserva di Punta Aderci è un’area naturale protetta caratterizzata da spiagge incontaminate, dune di sabbia, scogliere e una ricca flora e fauna. Il Faro di Vasto è una maestosa struttura che offre una vista panoramica sulla costa e sull’Adriatico.

Percorrere la Via Verde – Costa dei Trabocchi in bicicletta permette di godere appieno di questi luoghi incantevoli lungo la costa, combinando la bellezza naturale con la storia e la tradizione dei trabocchi.

Le credenziali e il testimonium del Cammino Grande di Celestino

La “Charta Peregrini” e il “Testimonium”, conosciuto anche come la “croce di Celestino”, sono due elementi importanti del Cammino Grande di Celestino.

La “Charta Peregrini” è una credenziale che permette di certificare il passaggio lungo tutte le tappe del cammino. Attraverso questa carta, è possibile raccogliere timbri con le icone dei luoghi lungo il percorso. I timbri possono essere ottenuti presso i luoghi di interesse o le strutture ricettive lungo il cammino. È anche possibile dimostrare l’avvenuto svolgimento della tappa tramite foto o video. La “Charta Peregrini” offre anche sconti e agevolazioni presso le strutture convenzionate lungo il percorso. È gratuita e può essere richiesta scrivendo al Parco o presso i punti di informazione nelle città dell’Aquila e di Sulmona.

Il “Testimonium“, conosciuto come la “croce di Celestino”, rappresenta un ricordo molto ambito dai camminatori. Questo certificato attesta l’avvenuto svolgimento del cammino e può essere ottenuto solo dopo aver completato tutte le tappe e aver certificato il percorso con i vari timbri sulla “Charta Peregrini”. È possibile richiedere il “Testimonium” anche via e-mail allegando le foto della “Charta Peregrini”. Sarà poi cura del Parco spedire il certificato.

Il “Testimonium” è un simbolo significativo del Cammino Grande di Celestino, rappresentando il traguardo raggiunto e il percorso compiuto lungo questa antica via di pellegrinaggio.

Novità del Cammino Grande di Celestino: il percorso di spiritualità e scoperta tra Roma, l’Aquila, Sulmona, Ortona e il Gargano.

Il nuovo percorso del Cammino Grande di Celestino, che collega Roma all’Aquila e successivamente all’Ortona e al promontorio del Gargano, promette un’esperienza unica per i pellegrini in cerca di scoperta e riflessione. Questo itinerario sarà arricchito da importanti connessioni storiche e spirituali, offrendo una dimensione internazionale attraverso il collegamento con la Via Francigena.

L’obiettivo principale del cammino è quello di collegare Roma a Vieste, sulla costa del Gargano, utilizzando il tratturo dei pastori, un antico sentiero utilizzato dai pastori locali per raggiungere le terre della Puglia. Lungo il percorso, i pellegrini avranno l’opportunità di visitare luoghi storici, monasteri secolari e scoprire testimonianze dell’eredità di Celestino V.

Il Cammino Grande di Celestino offre momenti di riflessione, meditazione e incontro con la tradizione religiosa e artistica di queste terre. È un’esperienza che permette ai pellegrini di connettersi con la natura, la storia e la spiritualità, vivendo una vera avventura di pellegrinaggio e rinascita interiore.

Sarà un’opportunità unica per i fedeli e gli appassionati di viaggi spirituali di immergersi nell’eredità di Celestino V e di rendere il Giubileo 2025 un momento indimenticabile.

Buon viaggio sulle orme di Celestino V!

44270cookie-checkCammino Grande di Celestino 

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